Il
pulmino raggiunge il porto di Marsa Alam dall'aeroporto
internazionale. Bambini si accalcano curiosi,
mentre gli scaricatori trasferiscono le vettovaglie
sulle imbarcazioni ormeggiate poco al largo. Non
c'é una vera e propria banchina, di conseguenza
anche i viaggiatori salgono sui gommoni che li
portano a destinazione. Pochi metri d'acqua e
si conquista la piattaforma della barca da crociera.
E' l'inizio di luglio e il caldo é asfissiante.
Poco male. Siamo nel Mar Rosso egiziano, in direzione
sud, verso il Sudan.
Dopo aver piazzato l'attrezzatura nell'area diving
a poppa, s'inizia una lunga attesa, in previsione
dell'arrivo dei funzionari per l'ispezione di
controllo. Che importa? Qui non c'è il
problema di "come ammazzare il tempo".
Non é il momento della noia. Il ragazzo
dell'equipaggio é già pronto con
il gommone per scorrazzare gli ospiti a fare snorkeling.
Il primo impatto con il mare, caldo, trasparente,
é di puro piacere. E da quel momento, mentre
il sole scintilla sulla superficie dell'acqua,
si perde per sempre la cognizione del tempo e
dello spazio.
Il benvenuto ai nuovi arrivati é offerto
da uno speciale comitato d'accoglienza. All'uscita
dalla prima immersione, nel reef antistante Marsa
Alam, un gruppo di delfini passa rasente la chiglia
della nave, numeroso e giocoso. E' l'indizio più
importante di questa crociera e si rivelerà
profetico!
A ridosso di Gotha Sharm
é inevitabile sperare nell'incontro tanto
agognato, e anche temuto. Il carcharhinus
longimanus, squalo oceanico dalle
punte bianche, é stato avvistato
con frequenza in questo sito. Si spinge fino alla
superficie e gira intorno alla barca, alla ricerca
di qualche rimasuglio di cibo. Considerato tra
i più pericolosi per l'uomo, il longimanus
va approcciato con estrema cautela e mai
ne va alterato in alcun modo il naturale comportamento
alimentare. E' un predatore opportunista, curioso
e tenace. Il suo nuoto lento é ingannevole:
é capace di repentini scatti imprevedibili,
se eccitato da movimenti scomposti e accelerati.
La temperatura dell'acqua a luglio é alta.
Raggiunge i 30° anche a grandi profondità
e gli squali, si sa, rimangono sul fondo in cerca
di fresco. Vorrà dire che si avrà
un valido motivo per ritornare da queste parti
in un altro periodo dell'anno, quando anche le
correnti, ora pressoché inesistenti, ne
faciliteranno l'apparizione.
Ma non si parla mai degli assenti. Piuttosto,
si favoleggia dei presenti.
E allora, si narra dell'emozione di immergersi
per venti minuti con i delfini tursiopi
ad Abili Gaafar, uno
dei punti d'immersione di Saint John,
un comprensorio di reef corallini a sud di Berenice,
sulla rotta verso il Mar Rosso sudanese. O dello
snorkeling con i delfini stenella a
Dolphin Reef. Spinti
dal vento del nord, arrivano all'improvviso, sbucando
dal blu senza preavviso. Si lanciano senza timore
al cospetto degli apneisti attoniti e poi spariscono,
in una gara senza storia se sono maldestramente
inseguiti. E le loro strida
sott'acqua sono acute e portatrici di gioia. Insegnano
il gioco, a chi l'avesse dimenticato.
A Malahi l'appuntamento
é con il grande pesce Napoleone.
Si avvicina ai subacquei, vezzoso e volitivo.
Si fa accarezzare, un pò ruffiano. Vuole
l'uovo o qualcos'altro e non si accontenta. Sta
lì, pedante e meraviglioso, ad incantare.
La visibilità raggiunge i 30 metri.
Lo spettacolare Shaab Claudio
é la summa di questa barriera. Cattedrali
di corallo, fondale di enormi brain corals,
grotte e canyon irradiati da giochi di luce che
li rendono misteriosi e avvolgenti. Nello spicchio
di riflessi che inondano un arco sommerso, un'enorme
murena nuota in verticale verso
l'alto, come un serpente dai riflessi cromati.
Ad Omaruk si plana
su un fondale colonizzato da enormi anemoni
di mare che ondeggiano nella corrente
in simbiosi con pesci pagliaccio
di tutte le dimensioni. E' come un pavimento d'acqua
ricoperto da un tappeto persiano, istoriato dai
rossi accesi, dai gialli dorati, dal verde cangiante.
Sembra non finire mai. Ad Abili Ali
ci si infila nelle spirali di barracuda
e ad Abum Sur
una tartaruga scende in picchiata
per adagiarsi sul fondo circondata da miriadi
di pesci blu. Un uovo di ballerina spagnola
schiude i suoi petali, come una rosa rossa di
mare.
L'imbarcazione fa una sosta per lo snorkeling
in prossimità di Hamata,
l'isola bianca, nei pressi del Parco
Nazionale di Wadi el
Gemal. L'acqua dalle tonalità
azzurrate, trasparente come vetro di cristallo,
lambisce una lunga spiaggia di candida rena finissima.
Tra i coralli affioranti, ci si imbatte in uno
spaccato di vita quotidiana tra un pesce sentinella
ed un gamberetto che scava la tana nel fondo sabbioso.
Un esempio di convivenza tra due abitanti del
mare che vivono in simbiosi in un rapporto di
mutuo soccorso.
Al contrario, a Gamil el Gadir,
si assiste allo scontro, senza esclusione di colpi,
tra una cernia ed una murena, due predatori che
si battono per la conquista del territorio nell'antica
lotta per la sopravvivenza. E nel finale, tra
scorfani mimetizzati, gruppi
di carangidi, pesci coccodrillo
nascosti sotto le rocce e un solitario squalo
pinna bianca, all'improvviso sbuca un
raiforme, ma non é il solito trigone
maculato. E' la rara torpedine.
Un incontro elettrizzante!
La festa a sorpresa, preparata premurosamente
dall'equipaggio, saluta gli ospiti l'ultima sera
di permanenza a bordo. I maschi ballano sinuosi
sulle note di una sensuale musica araba. E rapiscono
l'anima delle femmine.
Sul ponte della barca, all'imbrunire, il sole
infuocato s'immerge nel Mar Rosso, rosso dei raggi
che l'inondano. Nello stesso istante, dall'altro
lato, sorge la luna piena, che si tinge dello
stesso colore fiammante. E nessuno capisce più
quale dei due sia il luminare del giorno e quale
quello della notte.
Magie del Mar Rosso.