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::Dicembre
2012:: |
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Stati Uniti d'America - Florida
Siamo tutti americani |
Siamo tutti americani.
Passi per Halloween con lo "scherzetto o dolcetto" e i morti che vanno in giro, passi per Mc Donald e la Coca Cola al posto della pasta asciutta e un bicchiere di vino, passi per i telefilm e i reality show, che mettono in piazza le peggio cose da Grande Fratello, ma poniamo un freno alla totale "deregulation culturale d'importazione" che mette a rischio persino la cura in un ospedale se non si è sottoscritta un'assicurazione sanitaria privata! Obama ci sta provando a garantire il diritto gratuito alla salute, rischiando di sorpassarci nell'escalation di privatizzazioni che minaccia la vecchia Europa sociale e solidale.
Un turista italiano che sbarca negli Stati Uniti è disorientato. Già ai controlli doganali si capisce di avere a che fare con un altro mondo. Poliziotti che si muovono platealmente, facendo gesti enfatici e perentori e impartendo ad alta voce ordini col tono di chi sta lì per la tua incolumità e si aspetta l'unanime approvazione di un valore trionfale e condiviso. Ci credono davvero, si prendono assolutamente sul serio! Obbligano i viaggiatori a togliersi giacche, cinture e scarpe per poi metterli a nudo sotto il full body scanner, lo screening di sicurezza, con le gambe larghe e le mani in alto come se fossero in stato d'arresto. Gli fanno la radiografia completa, non si sa mai che qualcuno nasconda un'arma nella colonna vertebrale o nell'osso pubico! E' la paranoia della Sicurezza Nazionale, il primo imperativo dell'America braccata, assediata da feroci nemici occulti pronti ad attaccarla. E se capita che, per brevi periodi, i temuti aggressori non ci siano, sono creati ad hoc per incrementare l'"economia di guerra", motore del sistema commerciale e finanziario americano.
Una volta arrivati al rent-a-car, ti dicono di andarti a prendere la macchina da solo, senza che nessuno si preoccupi di spiegarti come funziona (in USA le auto hanno il cambio automatico e magari per uno che non è americano, non è così automatico saperle guidare!). Ma si sa, negli Stati Uniti c'è il mito del "sogno americano", del self-made man, l'uomo che si fa da solo. L'approccio individualistico, che sta prendendo piede anche nella vecchia Europa, promuove il raggiungimento degli obiettivi a tutti i costi, anche se a discapito della solidarietà e della coscienza collettiva.
Quando poi s'imbocca l'highway, l'autostrada a sei corsie, la confusione è totale! Le indicazioni stradali sono veri e propri enigmi, rebus da decifrare. Non segnalano semplicemente la direzione per le città, ma elencano i nomi e i numeri delle vie o le sigle di boulevard ed avenue. Un vero guazzabuglio. Ecco perché tutti hanno il GPS. Ci sarebbe poi bisogno di un corso accelerato per adattarsi ai sistemi di misurazione inglesi. Le temperature lampeggiano in gradi Fahrenheit anziché in Celsius, le distanze si calcolano in miglia al posto dei chilometri, il peso si misura in libbre piuttosto che in chilogrammi, l'acqua è imbottigliata in galloni invece che in litri, la profondità si esprime in piedi e non in metri. E così via. Un rompicapo, di cui però, questa volta, gli americani non sono responsabili. Non lo fanno apposta per metterci in imbarazzo!
Poi c'è l'americano medio. Si riconosce dalla camminata. Non poggia mai la pianta del piede a terra, sta sulle punte per sembrare più alto e disinvolto. Sembra che trattenga il respiro, per gonfiare il petto. Vive in apnea per apparire più grosso (ricorda un certo italiano medio...). E immancabilmente ti accoglie con una battuta in un inglese incomprensibile che fa ridere solo lui. Viene il sospetto che lo faccia per essere sempre brillante e accattivante. Forse non si può permettere di rilassarsi, di provare un sano disagio e semplicemente stare zitto. Non sarebbe opportuno, non fa parte dell'immagine di esibizionistico vitalismo. Essere cioè all'altezza delle aspettative della società che lo vuole vincente, a dispetto dei grassi e degli additivi che ingurgita per reggere la pressione cui è sottoposto continuamente (problemi di obesità e consumo di psicofarmaci cominciano ad allarmare anche la vecchia Europa).
Allo stesso tempo, mai abbassare la guardia! Il prototipo americano, anestetizzato dalla propaganda sulla sicurezza, vede "l'altro" come un aggressore potenziale. E' per questo che, nonostante sia ferocemente competitivo con tutti, soverchiato dal terrore di essere sorpassato nella sua corsa verso il successo, ha l'ossessione del buon vicinato. Il nemico va neutralizzato! E' consuetudine in America presentarsi a quello della porta accanto. "Hi, I'm your neighbour!" Capita così d'imbattersi in personaggi singolari , tra cui quelli più inquietanti sono i veterani. Hanno la targa dell'auto personalizzata, con la scritta "Veterano del Vietnam" o "Operation Iraq Freedom". A proposito di economia di guerra. The Veterans sono i mutui subprime della società americana. Prima esaltati come eroi nazionali, quando sono mandati al macello a massacrare la gente in giro per il mondo (in nome di un pretestuoso e bugiardo ideale di democrazia da esportare all'estero e della presunta incolumità a rischio da tutelare in patria), dopo abbandonati a se stessi una volta rientrati a casa, instabili e devastati fisicamente e mentalmente. Dimenticati e soli, diventano borderline. La legalizzata facilità al possesso di fucili e pistole, sponsorizzata dal cinico bombardamento sul diritto all'autodifesa (ce la farà Obama a mettere un limite anche alle potentissime lobby delle armi?), si traduce in un esplosivo brainstorming che scoppia nella testa di gente già compromessa dal dolore e dall'orrore.
Poi ci sono gli altri vecchi, quelli ai caselli autostradali a riscuotere il pay toll (pedaggio) e alle casse dei supermarket a mettere la spesa nelle buste (a proposito di supermercati, è impressionante lo spreco di plastica usata ancora in alcune località per imbustare. E' il sintomo dell'assenza di coscienza ecologica di un paese tra i maggiori inquinatori del pianeta, che pone il veto ai trattati internazionali come il Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni tossiche). Occupati un po' ovunque, sono la testimonianza dei nuovi diktat liberisti mondiali sull'erosione dei diritti, come quello sacrosanto di andare in pensione prima dei settant'anni d'età, cui la cara vecchia Europa si adegua allegramente. Qui in South Florida gli anziani sono impiegati stagionalmente dalle aziende che li preferiscono ai giovani perché più continuativi e meno costosi, in linea con un sistema previdenziale dove il welfare è sostituito dal regime delle assicurazioni private (l'equivalente dei Fondi Pensione italiani, cogestiti da imprese e sindacati per sostituire l'INPS).
I già pensionati, invece, si trasferiscono in questa penisola dal clima gradevole per godersi una serena vecchiaia.
In effetti la Florida è uno stato a parte. Dallo stile Easy Rider anni '60, con i motociclisti dai capelli lunghi e incolti che sfrecciano sui chopper, al rito quotidiano di uomini e donne in abbigliamento hippie che indulgono davanti alle pinte di birra alla spina nei pub fumosi (in Florida i bar "stand-alone" sono esentati dal divieto di fumo). Portacenere ovunque per strada. Sembra che qui se ne infischino delle crociate messianiche antifumo, ossessione dell'America puritana e moralista, dilagata a macchia d'olio anche in Europa.
E infine c'è l'anima latina, che smussa il perbenismo esasperato degli altri stati della confederazione statunitense. Peccato, però, che abbia rinnegato la natura dignitosa della sua provenienza sposando in toto il modello capitalistico piuttosto che sostenere l'ALBA*, l'unico vero esempio economico sociale in controtendenza del mondo (che anche questa volta non proviene dall'Europa delle banche).
Il Natale comincia tre giorni prima in quest'America del Sud. Negozi e ristoranti chiusi, tutti sono in vacanza, a non fare niente e a godersi un inverno più mite che nel resto del paese. Non a caso la Florida è chiamata Sunshine State, lo stato del sole, dove i ritmi sono rilassati e il tempo riacquista la sua dimensione naturale.
In fondo, qui è ancora possibile sottrarsi all'imperativo del "siamo tutti americani". Persino per gli americani stessi.
Ma anche per gli europei.
*L'ALBA (Alianza bolivariana para América Latina y el Caribe), promossa dal Venezuela e da Cuba, è un progetto di cooperazione economica, politica e sociale tra i paesi dell'America Latina, che tende a ristabilire l'uguaglianza e la redistribuzione del reddito contro il modello di liberalizzazione del commercio.
Paola Ottaviano