La
naturaleza del Brasile non consiste soltanto nella sua
strabiliante natura. La naturaleza del Brasile è
insita soprattutto nella natura della sua gente, nella
sua indole.
Un giorno qualcuno ha inventato il concetto del “vedo-non
vedo”, il concetto del nascondere qualcosa, con
una trasparenza, un velo, una finta copertura, e ne ha
fatto il nuovo must del glamour: il fascino ammantato
di mistero. E così, tutto ciò che è
artificiosità, è diventato un diktat della
moda.
Eppure, basta un breve periodo di permanenza in Brasile
per dimenticarlo e sottrarsi a questo nuovo luogo comune.
E sorprendersi a costatare che il vero fascino emana dalla
naturalezza dei modi e dei costumi.
Girando per il Brasile, in ônibus (autobus), in
barca, in buggy, in taxi, o in autostop (modo molto diffuso
tra la gente), ci si meraviglia di non essere mai inadeguati,
nel proprio modo di vestire ad esempio.
Le donne del Brasile, che siano giovani o vecchie, nere
o bianche, tutte indifferentemente si muovono nei loro
pantacollant e jeans attillatissimi e nelle loro canottiere
ridottissime (senza bandiera del Brasile tanto di moda
qui da noi) con la più naturale disinvoltura, anche
quando le loro misure raggiungono notevoli dimensioni
di circonferenza fianchi!
Il loro sorriso è solare; e i loro occhi non conoscono
quello sguardo indagatore e giudicante che noi tanto temiamo.
Semplicemente in loro non esiste.
E i loro piedi ballano, scendendo per le ripide stradine
acciottolate del Pelourinho di Salvador de Bahia, sempre
miracolosamente in equilibrio su scarpe con tacchi o zeppe
altissimi.
Gli uomini, dolci e riservati, dissimulano la loro profonda
timidezza con quel modo gentile di avvicinarsi, senza
parole, ma pronti a dare aiuto se vedono qualcuno in difficoltà,
qualcuno che sembra “ perdido” in una grande
città, in una stazione degli autobus.
E’ davvero difficile che capiti di doversi difendere
dagli assalti dei “locali ai turisti”, eccezion
fatta per i bambini poveri che, a volte, chiedono di poter
mangiare, seduti in disparte, il resto del pranzo di un
ristorante all’aperto, suscitando l’imbarazzo
pietistico del nostro perbenismo occidentale.
Nel mese di giugno, durante la celebrazione delle feste
junine nello stato di Bahia, tutte le sere si assiste
a feste di strada al ritmo della musica afoxè e
forrò, ed è qui che l’apoteosi della
spontaneità del popolo bahiano esplode nelle sue
forme di eccesso dei colori, dai festoni sospesi ai tetti
delle case e delle chiese, ai trucchi esagerati, ai travestimenti
degli uomini che nella loro transessualità sembrano
voler simulare il grande potere seduttivo e fascino magnetico
delle loro donne, dando un’immagine grottesca e
caricaturale di se stessi, con l’autoironia che
li caratterizza e che Jorge Amado così bene ha
raccontato nei suoi romanzi di Bahia.
Si è detto tanto del Brasile, forse tutto.
Ci si dovrà accontentare di ripetersi, di non poter
essere originali nell’affermare che la cosa più
bella del Brasile sono i brasiliani.
Ma loro non si preoccuperebbero, come noi, del non poter
essere originali, non ne sarebbero frustrati. Perché
la naturaleza prescinde dal concetto di originalità.
La naturaleza è.
E basta.
Paola
Ottaviano