Visitare Shark Bay fuori stagione è un peccato
e una benedizione al tempo stesso. Certo, l’acqua è ghiacciata, i dugonghi
si trasferiscono a Dirk Hartog Island, dove la temperatura
del mare è più alta di qualche grado. Di conseguenza spariscono anche gli
squali tigre, che li seguono dappresso nella continuità della dialettica preda
– predatore, garanzia della catena alimentare. Certo in inverno, nei
mesi di luglio ed agosto, i venti freddi tengono gli animali selvatici nascosti
nella boscaglia più del solito, anche se non vanno in letargo, come si potrebbe
pensare. Eppure, nonostante ciò, Shark Bay esprime tutta la sua straordinaria
natura anche di più, se questo è possibile. I contrasti cromatici sono ancor
più marcati. Il turchese del mare, che impatta con il rosso delle scogliere
ed il bianco della sabbia delle dune a Eagle Bluff impressiona
al punto da far rimanere ammutoliti. Il perfetto ovale d’acqua azzurra
colonizzato dagli oystercatchers, trampolieri pescatori, di Little
Lagoon si ammanta di mistero quando le nubi lo avvolgono e ci si
chiede se sia un lago d’acqua dolce, visto che è praticamente impossibile
identificare il punto d’osmosi con il mare che lo ha formato. E sulla
terra, la rarità degli avvistamenti li rende ancor più preziosi durante la
stagione fredda.
Shark Bay è stata dichiarata World Heritage Area, Patrimonio dell’Umanità
dall’UNESCO, perché soddisfa tutti e quattro i requisiti richiesti.
La Bellezza Naturale. La scenografia
della natura di questo angolo del Western Australia, formato da due frastagliate
lingue di terra che si allungano prepotenti nel mare, è disegnata da baie
e insenature spettacolari istoriate da scogliere dorate a strapiombo sul
mare, spiagge immacolate e piste di terra rossa chiazzate di macchia verde
del Francois Peron National Park.
La Storia della Terra. Gli stromatoliti,
fossili viventi che emergono a pelo d’acqua durante la bassa marea
nella splendida Hamelin Pool, sono formati dagli stessi
microrganismi che popolarono la terra tre miliardi di anni fa. Respirano
ancora e nello scambio tra anidride carbonica e ossigeno hanno contribuito
alla formazione dell’atmosfera. Appaiono come piccole rocce marroni,
quasi ordinarie. Eppure sono la testimonianza della genesi dell’evoluzione
del pianeta.
La Biodiversità. La complessa interazione
tra le piante, il clima e l’ambiente marino ha permesso a Shark
Bay una straordinaria biodiversità. La ricchezza di specie animali e vegetali,
che non si trovano in nessun’altra parte del mondo, è stata preservata
e incentivata dal Progetto Eden, teso ad eliminare gli
animali domestici inselvatichiti introdotti dall’estero e ad accrescere
la popolazione della fauna locale.
I Processi Ecologici. Shark Bay è
un laboratorio della natura, che vive di vita propria e segue i cicli
delle stagioni e i ritmi di sonno e di veglia, di alba e tramonto.
Sulla terra, all’imbrunire, le echidne si mimetizzano
con la sabbia rossastra del fondo stradale e scavano grandi buche in cerca
di formiche. L’emozione di avvistarne una è pari alla sua difficoltà.
Non è così per i delfini di Monkey Mia, una delle baie più
belle al mondo. Nel suo basso fondale, ogni anno da generazioni, cinque delfini
tursiopi selvatici si avvicinano a riva consapevoli di essere nutriti dai
rangers. E’ un rito che si ripete ogni giorno, più volte al giorno,
con corollario di turisti che aspettano il loro turno per offrire, con le
proprie mani, un pesce direttamente nella bocca spalancata di questi magnifici
cetacei. Sono docili, immobili, sembrano ipnotizzati. Ma se ci si sposta di
qualche metro, lontani dalla zona riservata al dolphin feeding e
interdetta al nuoto, alle cinque della sera, lontani dalla calca, si ha il
privilegio di assistere ad un fenomeno naturale eccezionale, straordinario.
Gli stessi delfini, finita la festa del pasto gratis servito alla mensa umana,
tornano ai loro comportamenti istintivi. Si spingono fino a riva, a caccia.
Non sono più docili e immobili. Sono compulsivi, frenetici, veloci. Frolicking.
Tornano ad essere i predatori del mare. Mentre il sole scende sull’orizzonte
e inonda di luce dorata la baia, pellicani e cormorani si accapigliano sulla
battigia a litigarsi un pesce.
Questo succede a Shark Bay, Patrimonio dell’Umanità. E d’inverno
essere presenti in pochi è un’altra benedizione. Durante i mesi caldi,
da ottobre a marzo, quando il mare raggiunge temperature da vasca da bagno,
si rinuncia ad un po’ di spazio, ma ci si gode di più il calore dell’acqua.
Il susseguirsi delle stagioni e le escursioni climatiche regalano in ogni
periodo al viaggiatore una gemma unica del grande scacchiere di questo strabiliante
angolo del mondo. E se poi rimane il desiderio di vivere le esperienze mancate,
quelle delle altre stagioni, non resta altro da fare che tornare in questo
paradiso del pianeta, facendo un piccolo sacrificio. Già, una vita di sacrifici!
Paola Ottaviano