Materiali dall'Australia


::Estate 2012::

Western Australia

Ningaloo Marine Park - Cape Range National Park - Sexy Exy!

L'orgoglio dei "sandgropers", gli abitanti del Western Australia, può rasentare il fastidio piccato quando si tratta di paragonarli all'Eastern Australia. Certo, gli stati orientali del paese, quelli che si affacciano sull'Oceano Pacifico, vantano bellezze come la Grande Barriera Corallina, la più estesa del mondo. Ma come non porsi su un piano squisitamente competitivo quando si visita il versante occidentale, quello che si affaccia sull'Oceano Indiano, e come resistere alla tentazione di schierarsi dalla parte degli indipendenti e fieri Western Australians? Sì, perché nella penisola del North West Cape, in piena zona tropicale, si estende una delle meraviglie indiscusse del pianeta.
Ningaloo Reef protegge i 250 chilometri della Coral Coast e abbraccia il Cape Range National Park. Questi due ecosistemi, marino e terrestre, rappresentano ciò che di più sbalorditivo possa offrirsi alla vista e ai sensi tutti di un viaggiatore. Ed è proprio questo viaggiatore che lascia un post-it al Visitor Centre per ringraziare Exmouth, la cittadina la cui posizione strategica rappresenta il perfetto punto d'accesso per esplorare la zona, ed in preda al più irrefrenabile entusiasmo la definisce, in pieno stile anglosassone, "Sexy Exy"! In realtà Exmouth non ha niente di sexy. Non è neanche molto bella. In fondo è stata costruita dagli americani come avamposto militare in Australia. Eppure diventa irresistibile con i cacatua bianchi in gruppi di centinaia che urlano al sorgere e al calar del sole, che si poggiano su prati e alberi, che rallegrano l'aria; diventa irresistibile per la gentilezza degli abitanti, discreti e disponibili, dei gestori dei Supermarket IGA, del Bottle Shop, dei Diving Centre; per le weather forecast affisse ogni giorno con l'indicazione dei nodi del vento, della direzione delle correnti e del cambio delle maree. Diventa irresistibile perché è il ristoro dopo una giornata di esplorazioni di terra e di mare, di scoperte sensazionali, di avvistamenti strabilianti, di incontri emozionanti.
Piccoli aerei sorvolano il mare. Non sono gli scenic flights per ammirare lo stupefacente panorama dall'alto. Sono spotter planes in contatto radio con i capitani delle barche e comunicano i sea sightings. "Whale breaching 1 o'clock, manta flying 3 o'clock". Individuano le sagome, le silhouette. Durante la riproduzione dei coralli nei mesi di marzo e aprile, le spore rilasciate nell'acqua attirano gli squali balena a filtrare il plancton. E' autunno, la stagione a maggior rischio di cicloni tropicali. Ma a luglio ed agosto l'aria rinfresca e il mare si raffredda. Le temibili orche cavalcano i flutti, in caccia. Avvistarle è una questione di fortuna. Sono lì per insidiare i piccoli delle balene megattere che si lanciano fuori dall'acqua e ripiombano fragorose sulla superficie. Sfidano i predatori killer.
Sott'acqua, nei pochi metri del basso fondale, le mante volteggiano sinuose, le razze oceaniche a coda di vacca si mimetizzano sotto la sabbia, per poi spiegare le ali in un volo planato morbido ed armonioso che lascia dietro di sé una scia di rena immacolata, come un banco di nuvole. Una tartaruga Caretta caretta si fa strada, sospesa nel blu, nel suo moto perpetuo di migrazione. All'uscita, dall'imbarcazione voci concitate indicano la direzione dove dirigersi. Un'altra manta traspare a pelo d'acqua, volteggia leggera, elegante, lenta. Si libra nella corrente per farsi ammirare, per farsi immortalare. Posa per i fotografi per più di mezz'ora. Uno squaletto di reef ed una tartaruga embricata incrociano la sua traiettoria. Ed una balena curiosa irrompe fragorosa a pochi metri di distanza. Peccato sia illegale nuotare con questi maestosi cetacei, che sembrano essere consapevoli del loro status di specie protetta. L'unica speranza è che compaiano casualmente e incrocino fortuitamente la rotta di subacquei e apneisti, ma pare che lo facciano apposta ad apparire puntualmente quando tutti stanno già risalendo la scaletta della barca!

La risplendente barriera corallina del Ningaloo Marine Park è tanto vicina alla riva da poter essere raggiunta a nuoto. Ed è questa la differenza fondamentale con l'altrettanto magnifica Grande Barriera Corallina australiana, che per essere goduta però necessità di crociere e lunghe traversate in barca, data la notevole distanza dalla costa. Tra la superficie e i primi tre metri di profondità, insomma, a Ningaloo Reef può comparire di tutto in ogni momento ed in ogni stagione. A sorprendere, a stupire, a stupefare. E allora si periziano le spettacolari baie, quelle più adatte allo snorkeling. Le tartarughe escono con la testa a respirare e a guardare il mondo. Il delfino "humpback", con la pinna dorsale simile alla balena megattera, taglia l'acqua e si distingue in trasparenza. Le razze rosse e puntinate veleggiano con la lunga coda a pungiglione che funge da timone. In superficie, a tre metri di profondità, a riva. Incredibile.
Una boa gialla, a poca distanza, porta la scritta "Sanctuary Zone". Santuario di vita selvatica da tutelare. Guardare ma non portare via niente. No fishing, vietata la pesca. Qualcosa si muove proprio sulla linea di demarcazione del Santuario, con le narici che prendono aria. E' beige, salta fuori dall'acqua. Nuota e respira, è un mammifero marino. Non può essere che lui, di passaggio a Lakeside. Si corre a perdifiato, con le pinne che spingono compulsivamente. E' un mito. Il mito delle sirene dei marinai, che scambiavano le movenze flessuose e le forme morbide con lascive immagini di femmine. E' un'occasione unica, un dono, un regalo. E dopo un interminabile tempo di trepidante attesa a scandagliare il fondale palmo a palmo, ecco il mito materializzarsi. Il dugongo gira intorno agli esploratori del mare, veloce, circospetto. E' curioso. Sparisce. Ma poi torna, quando gli eccitati inseguitori rallentano il nuoto concitato e la corsa rocambolesca per stargli dietro, quando fanno uno sforzo per riprendere in mano la situazione, dopo la perdita totale di controllo, soverchiati dall'agitazione che annulla la padronanza di sé. Il dugongo di Lakeside si rilassa a sua volta, si muove flessuoso con la sua splendida coda a delfino, si ferma quasi ad annusare il fondo erboso, si tiene a distanza di sicurezza e anche lui punta verso la riva.. "Sono un mito, è vero" sembra voler dire agli spettatori attoniti che osservano la scena dalla spiaggia. "Sono il mito dei naviganti, dei marinai e dei poeti, ma esisto, ci sono". C'è, e regala la più grande, la più preziosa emozione del Ningaloo Marine Park e del viaggio intero.
Il sole tramonta alle sei della sera in inverno. Così alle quattro del pomeriggio scatta l'ora del safari. E' il tempo prodigioso del dusk, dell'imbrunire, quando la vita selvatica abbandona le tane e la pianura costiera che l'ha riparata durante il giorno e si riversa per strada. L'echidna scava buche nel terriccio rosso in cerca di termiti con il suo becco da piccolo formichiere. Si fa audace, la fame è tanta! Così non si richiude mostrando minacciosa la sua palla di spine. Trotterella spavalda, finisce quasi in braccio agli aspiranti reporter che s'improvvisano paparazzi in cerca di scoop. Al Milyering Visitors Centre, nel cuore del Cape Range National Park, c'è una scheda da compilare in caso di avvistamenti rari. Serve per il monitoraggio delle echidne, ad esempio. Certo, queste buffe e curiose creature non sono facili da vedere, perché si mimetizzano perfettamente con l'ambiente circostante, s'imboscano sotto i cespugli. Ma la sfida sta proprio nella ricerca, nell'attenta osservazione, nella scoperta. Mai mollare, mai dare nulla per scontato, anche quando si raccolgono informazioni demotivanti e frustranti, come nel caso in cui la speranza di nuotare con un dugongo era appesa al flebile filo di una deprimente statistica, basata su un calcolo di probabilità di 3 a 6: 3 dugonghi visti in 6 anni. Forse nessuno si era impegnato a cercarlo! O, al contrario, quando si dava per certa la presenza numerosa di varani sparsi ovunque lungo i 510 kmq del parco, ma praticamente inesistenti. E' pur vero che in inverno le basse temperature e i venti freschi rendono poco attivi gli animali a sangue freddo, ma non vedere neanche un rettile, una lucertola, un ramarro, fa diventare alquanto scettici tanto da parafrasare l'apostolo Tommaso: se non vedo, non credo! Quando poi l'unico magnifico esemplare di Perentie Varanus giganteus si presenta steso sul selciato investito dal solito fuoristrada che non rispetta il limite di velocità, la beffa si coniuga con la sfortuna e la pietà. Per il povero malcapitato, naturalmente. La strada comunque compensa abbondantemente di ogni atto mancato con la nutrita presenza di canguri rossi e wallaroo vivi. Sono dappertutto, dietro i cespugli, sulle dune di sabbia, in mezzo ai sentieri. Guardano dritto negli occhi e saltano con un'agilità formidabile. Otarde australiane ed emu invece se la prendono con comodo, dinoccolati e flemmatici. I rapaci, i predatori del cielo, planano a terra. La wedge tailed eagle, una delle aquile più grandi del mondo, è impressionante. Alta circa un metro, con il becco ricurvo e gli occhi di fuoco, divora le carogne di canguro ai bordi della carreggiata. Scaccia in malo modo corvi e gheppi accorsi al banchetto della natura. Nell'incantevole scenario di Yardie Creek, alla fine della strada asfaltata, dove il torrente di un blu intenso s'inerpica tra le rosse pareti a strapiombo della gola di pietra calcarea, l'ultima malia del Cape Range National Park sono i wallaby delle rocce dalle zampe nere che, sfidando la legge di gravità, stanno in bilico saltellando sui crepacci in un equilibrismo da brivido.
La palla incandescente del sole scende a picco sulla macchia verde del parco, la luna piena si alza e illumina un canguro che a grandi balzi s'inoltra nel bush sulla scia di un tramonto infuocato, segnale di sveglia di altre magiche creature notturne.
Rimane da periziare la base del molo di Exmouth. Dopo i dovuti permessi e controlli militari, ci si butta letteralmente dal ponte, incuriositi. Come può Navy Pier essere catalogata tra le 10 immersioni da riva più belle al mondo? Inimmaginabile cosa si nasconda tra i pilastri della struttura. Squali toro o tigre di sabbia girano in circolo. Incuranti, lenti, i padroni indiscussi del mare. Wobbegong e pinna bianca sul fondo, tranquilli, a casa loro. Gruppi di jack, trevally e barracuda sospesi a mezz'acqua. Polpi, murene e pesci pietra tra gli anfratti del cemento e altri inquilini particolari, autoctoni, endemici come i toad fish dagli occhioni e i sail fin catfish dai baffi. La cernia fa gli onori di casa e segue i subacquei passo passo. Forse spera di racimolare qualcosa! Immersione spettacolare, magistrale, a tal punto che i refrigeranti, si fa per dire, 19° di temperatura passano in secondo piano.
Alla fine, ci si accorge di soffrire terribilmente a dover partire, a lasciare Exmouth. Ma non è forse questo il sintomo preciso di un sentimento che ha fatto breccia nel cuore del viaggiatore? L'ha chiamata Sexy Exy perché se ne è innamorato. Ma soprattutto si è innamorato del Ningaloo Marine Park e del Cape Range National Park. E sarà amore eterno.
Paola Ottaviano

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