Kupang é la capitale di Nusa Tenggara Est e di Timor
Ovest. Da quando i voli per/da Darwin
in Australia sono stati ripristinati, Kupang
é tornata ad essere uno snodo di viaggio abbastanza
frequentato. Naturalmente tutto è relativo a questo
mondo, e affermare che Kupang sia un posto turistico é
un eufemismo! Scalo di partenza per volare ad Alor e punto
d'arrivo dei voli Merpati da Bali, Kupang é una
città indonesiana afosa, rumorosa e molto trafficata.
I bemo sfrecciano in continuazione per le vie
della città con gli stereo a tutto volume e scritte
ironiche e colorate sugli sportelli. La strada principale
costeggia il mare e durante la bassa marea la gente si
riversa sulla battigia e colleziona alghe. Il mercato
rionale del centro é un luogo allegro, pieno di
vita e i venditori ambulanti
socializzano volentieri con gli stranieri apostrofandoli
con sonori "Hello boss!" e si mettono in posa
per essere fotografati. Le stradine sterrate che portano
al mare, attraversano piccoli villaggi dove non é
inconsueto imbattersi in maiali che grufolano nel fango,
bellamente ignorati dai passanti come se fossero cani
domestici!
Trasporti.
L'aeroporto dista 15 chilometri dal centro città.
Il taxi costa 50.000 rupiah (4 €). Il volo per Denpasar
- Bali costa 75 € solo andata.
Dove
dormire. L'Hotel Maliana, in
posizione centrale, ha la struttura di un motel. Le stanze
doppie sono essenziali, col mandi, qualche zanzara,
senza lavandino e senza carta igienica! In compenso, i
gestori sono gentilissimi, servono la merenda pomeridiana
nei tavolini all'aperto (te + ottima torta) e accompagnano
i turisti in agenzia viaggi per prenotare i voli. Il prezzo
é di 125.000 rupiah (10 €). Il nickname di
"Hotel Malariana", affibbiatogli da qualche
viaggiatore, tradisce una verità inquietante: a
Kupang sono stati registrati alcuni casi di malaria,
ergo é consigliabile attrezzarsi!
Dove
mangiare. Il
luogo di ritrovo dei viaggiatori é Lavalon,
gestito da Edwin. E' un bar eccentrico e accogliente.
Posto di fronte al mare, ha rilassanti tavolini su una
pericolante terrazza. Il proprietario è una fonte
inesauribile di informazioni. C'é un punto Internet,
gratis per le connessioni di durata inferiore all'ora,
e la musica di altissima qualità crea un'atmosfera
molto piacevole. I venditori di ikat stazionano al bar a tutte le ore e mostrano i loro tessuti
artigianali con silenziosa e non fastidiosa insistenza.
Alla fine la spuntano sempre, anche grazie alla disponibilità
alla contrattazione. Qualcuno sostiene che gli ikat di Timor non siano più quelli originali, tinti
con le essenze naturali. Non é facile valutarlo,
ma la possibilità di fotografare i volti assorti
e le bocche rosse di questi abitanti di Timor, grandi
masticatori di betel, vale la pena dell'acquisto
di un tessuto dai disegni minuziosi e simmetrici. A Lavalon
si beve la birra e, con paziente attesa,
si mangia un nasi goreng o un mie goreng. E per una serata speciale, si può comprare del
pesce fresco al mercato e Edwin lo arrostirà alla
brace per gli ospiti. Una vera festa!
Timor
Est. Nel
1999, in un referendum sponsorizzato dalle Nazioni Unite,
gli abitanti di Timor Est (o come la chiamano loro Timor
Leste) votarono per l'indipendenza dall'Indonesia.
Dopo anni di cruenta guerra civile, ancora sopravvive
nelle popolazioni delle due porzioni dell'isola un risentimento
reciproco, che si percepisce quando parlano male gli uni
degli altri. Aperta al turismo straniero da qualche anno,
Timor Leste é uno dei posti possibili dove
ottenere il visto per L'Indonesia alla scadenza dei trenta
giorni. Due sono i modi per raggiungere Dili,
dove si trova l'ambasciata indonesiana. Da Kupang
si attraversa il confine via terra
in autobus. Normalmente l'agenzia di viaggio prenota anche
l'hotel dove soggiornare in attesa del visto (circa una
settimana). Di recente la compagnia Merpati copre
il collegamento aereo da Denpasar per Dili, ma
non é possibile acquistare un volo solo andata.
La tratta andata e ritorno ha la durata di un mese e costa
320 €! E' evidente, anche in questo caso, che il
governo indonesiano fa cassa con il business dei visti,
concedendone uno di 30 giorni non estensibile a chi arriva
nel paese senza. Conviene, quindi, ottenere un visto in
Italia o all'estero in previsione di una permanenza più
lunga per ovviare al problema e risparmiare molti soldi!