Il
Parco Nazionale di Khao Sok si trova nella
provincia di Surat Thani, nelle Thailandia del Sud, a circa
metà strada tra l’affascinante costa del Mar
delle Andamane ad ovest e il Golfo della Thailandia ad est.
E’ facilmente raggiungibile da Hat Khao Lak, una località
sulla costa occidentale, circondata da splendide spiagge,
estuari e foreste, ottimo punto di partenza per i parchi
nazionali delle isole Similan e Surin.
Come arrivare:
Da Khao Lak numerosi ed economicissimi sono i mezzi per
raggiungere il Parco Nazionale di khao Sok; l’autobus
raggiunge in meno di 2 ore la località di Takua Pa
per la modica cifra di 40 bath (0’80 €- cambio
1 € = 49,50 bath al 4/1/04), l’autobus AC costa
poco di più, e con altri 80 bath (1.63 €) si
copre la rimanente distanza tra Takua Pa e Khao Sok, in
un’ora e mezzo. Alla fermata dell’autobus, in
prossimità di Khao Sok, vi attenderanno giovani thailandesi
con grandi cartelli che mostrano le foto dei diversi resort
dove alloggiare. I resort sorgono tutti intorno al perimetro
esterno dl parco, ma ciò non toglie che i loro bungalow
e cottage siano costruiti in mezzo alla foresta e a ridosso
dei fiumi. L’ingresso al parco costa
200 bath (4 €) a persona per gli
stranieri, e vale tre ingressi.
Dove
alloggiare: Hotel Phuket Una delle prime attrazioni
che ci riserva il parco è la tree house, la casa
sull’albero, un tipo d’alloggio originale e
affascinante che consiste in un bungalow costruito a grandi
altezze su enormi tronchi e circondato dal fitto fogliame
degli alberi. All’Art’s Rivervev Jungle Lodge
(tel.0066-014212394) le tree house, sempre richiestissime,
costano tra i 600 e i 1000 bath (12-20 €) a notte in
alta stagione (si consiglia di prenotare con largo anticipo,
perché tra dicembre e febbraio questi alloggi sono
sempre occupati). Sono casette in legno
per 2 persone con bagno interno, e da poco tempo con la
corrente elettrica. Ci sono poi splendidi chalet a due piani,
veranda indipendente, salottino, due camere e bagno a 1200
bath (24 €).
Si affacciano sul fiume nel quale, al calar della sera,
vengono a giocare famiglie di scimmie macaco che scendono
dalle rocce calcaree delle montagne. Il frastuono del loro
rincorrersi, il trillo assordante delle cicale e i suoni
della foresta al tramonto, quando gli animali della giungla
si svegliano, rendono questo posto magico e misterioso.
Attraverso un sottile ponte sospeso sul fiume, fatto di
corde e pezzi di legno traballanti, si raggiunge il Nature
Resort , che ha anche un piccolo chiosco sul fiume adibito
a bar, dove si può prendere il sole sulle sdraio
e sorseggiare un aperitivo al tramonto, rubando un primo
piano alle scimmie macaco che scendono a
dissetarsi.
La sera, nella grande veranda del ristorante,
anch’esso affacciato sull’ansa del fiume, si
mangia, assaporando un ottimo barbecue di pesce o carne
(non più di 200 bath, 4 €, a testa per una cena
di pesce) e può capitare di avere per ospite al proprio
tavolo un pitone reticolato che, sceso da un albero, striscia,
imperturbabile, sul parapetto in legno della veranda a pochi
centimetri dai commensali attoniti!
Cosa fare:
Le escursioni al parco sono molte e tutte interessanti.
Vengono organizzate dai resort e vanno dal trekking nella
giungla (attenzione alle sanguisughe, non molto
frequenti durante la stagione secca da dicembre a febbraio)
ad un giro in canoa sul fiume. Un’escursione molto
bella è quella al Chiaw Lan Lake, un bacino
artificiale realizzato grazie ad un’enorme diga sul
fiume.
Per raggiungere il lago, dopo un’ora di macchina dal
resort fino all’ingresso del parco, ci si imbarca
su una “long tail boat”, una tipica imbarcazione
dei pescatori thailandesi,
e si naviga sul lago per un’ora circa. Il paesaggio
è incantevole. Affioramenti di rocce calcaree che
raggiungono i 960 metri spuntano dall’acqua, così
come vecchi alberi e mangrovie. La fitta nebbia che circonda
le montagne ricoperte di foresta pluviale rendono il luogo
suggestivo e surreale. Si fa tappa al punto di ristoro della
forestale, dove sono state costruite alcune capanne
galleggianti per il pernottamento: sono a disposizione degli
ospiti che sono tenuti a versare solo 100 bath per la permanenza
al Parco Nazionale. Le capanne sono essenziali, con un materasso
adagiato sul pavimento in legno, ma la posizione è
fantastica: dalla piccola veranda ci si immerge nelle acque
tiepide del lago e si osserva il volo dei tucani al mattino
presto. E per i più fortunati, armati di binocolo,
c’è la possibilità di scorgere i gibboni
che scendono
dalle cime più alte degli alberi al tramonto.
Il trekking nella foresta è intrigante
e vario: si guadano ruscelli, si arriva alla grotta dei
pipistrelli, che si apre su un promontorio calcareo e si
attraversa non senza difficoltà (l’acqua può
arrivare all’altezza delle spalle
in alcuni tratti e il rischio di scivolare è altissimo,
per non parlare dell’intenso lezzo degli escrementi
dei pipistrelli!) Ma, ciononostante, la foresta è
piena di grandi farfalle colorate, di strani millepiedi
pelosi, di uccelli azzurri ed è l’habitat della
Rafflesia, il più grande fiore del mondo. Gli animali
terrestri che popolano il parco sono per la maggior parte
notturni ed in ogni caso non è impresa facile vederne
qualcuno, anche se c’è chi giura che la tigre
sia stata avvistata, chissà quanto tempo fa! E’
lei la leggenda del posto ed ogni posto che si rispetti
ha il suo mito da tramandare. Per i più pigri, comunque,
viene offerta la possibilità di essere “trasportati”
in un giro naturalistico dagli elefanti. L’elephant
trekking, così in voga in Thailandia, è senz’altro
un’esperienza divertente, ma riduttiva, poiché
gli elefanti non hanno accesso al parco, ma si limitano
a percorrerne alcuni sentieri esterni.
Il consiglio:
E’ attraverso la testimonianza di Tom Hanley, che
ha scritto Waterfalls an Gibbon Calls , che apprendiamo
che la foresta di Khao Sok è ciò che resta
di un ecosistema che risale a 160 milioni di anni
fa. E’ un ambiente antichissimo e ricco, anche solo
per questo vale la pena di recarvisi e di includerlo come
tappa obbligata in un viaggio in Thailandia. Nel libro sopra
citato, che è una guida alla fauna del parco, la
politica ambientale del governo thailandese viene messa
sotto accusa e non solo in riferimento a Khao Sok. In effetti
altri parchi nazionali appaiano trascurati e si percepisce
la poca e distratta attenzione alla cura e alla protezione
di questi gioielli della natura.
Ed è un peccato, perché il Parco Nazionale
di Khao Sok è davvero lussureggiante e magnifico,
con i suoi alberi secolari e giganteschi, i suoi corsi d’acqua
e le sensazioni che dà al visitatore sono di stupita
ammirazione.
E il senso di pace e di appartenenza
primordiale fluiscono dentro, all’ascolto dei suoni
della foresta, in rigoroso e rispettoso silenzio.
Paola O.
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