Informazioni pratiche.
L’arcipelago delle Togian è situato
nel golfo di Tomini, a nord dell’isola di Sulawesi,
l’antica Celebes. E’ composto da isole vulcaniche,
circondate da una barriera corallina ancora quasi del
tutto incontaminata, e da uno splendido mare cristallino.
L’ambiente è davvero spettacolare, soprattutto
al tramonto, quando gli isolotti si accendono del rosso
acceso del sole e l’acqua riflette tutte le tonalità
del cielo, dal blu elettrico al rosa fucsia. Un vero paradiso
che è ancora tale anche grazie al suo isolamento
e alla difficoltà per raggiungerlo; sono questi
i motivi che hanno permesso a queste isole di rimanere
così integre e naturali.
Come arrivare.
Diverse compagnie aeree collegano l’Italia con l’Indonesia.
Un’ottima soluzione è offerta dalla Thai
Airways, con volo da Roma, scalo a Bangkok e coincidenza
per Denpasar, Bali. Il prezzo dipende dalla data di partenza
(bassa/media/alta stagione). Una tariffa di media stagione
in classe economica, con collegamento per Roma da un’altra
città italiana, si aggira sugli 800 € tasse
escluse (verificare con la propria agenzia viaggi le date
e le tariffe più convenienti). Da Bali si giunge
a Manado, Sulawesi, con un volo nazionale che fa scalo
ad Ujung Pandang. Con la Garuda, compagnia di bandiera
indonesiana, la tariffa è di circa 500 USD A/R,
e non è molto conveniente. Le isole Togian possono
essere raggiunte da Sud Sulawesi. Precisamente da Ujung
Pandang, attraverso il territorio dei Toraja, si arriva
via terra ad Ampana, piccolo villaggio sul golfo di Tomini,
da cui partono i traghetti per le Togian che impiegano
normalmente 5h e 30m. Itinerario altamente consigliato.
(Gli scontri e le tensioni tra mussulmani e cristiani
nella regione di Poso dovrebbero essere terminati nel
2001; si consiglia di consultare il quotidiano indonesiano
Jakarta
Post).
In alternativa, da Manado, Nord Sulawesi, si raggiunge
la cittadina di Gorontalo
in aereo con volo Merpati o via terra in autobus (tragitto
quest’ultimo lungo, faticoso e scomodo). Da Gorontalo
ora c’è un nuovo servizio di traghetti; c’è
anche la possibilità di “noleggiare”
una barca per una cifra spropositata e con le caratteristiche
di una carretta del mare! (vedi Cronaca di un’odissea).
Itinerario altamente sconsigliato!
Il porto d’arrivo dei traghetti è nella remota
località di Wakai a Pulau Batu Daka (Pulau in indonesiano
significa isola); da qui si dipartono le barche per le
altre isole generalmente organizzate dai resort. Il costo
del tragitto da e per Wakai dipende dalla distanza e si
aggira sui 2/3 €. Pulau Kadidiri è l’isola
più vicina e probabilmente la più bella.
Quando andare.
La stagione migliore per visitare l’Indonesia è
la nostra estate, durante la quale il paese gode di un
clima caldo secco e assenza di piogge. Un discorso a parte
merita l’isola di Sulawesi, in particolare il Nord,
dove può piovere tutto l’anno. E così
è anche per le isole Togian, dove può capitare
di avere a luglio pioggia incessante soprattutto di notte.
Ciononostante, con un po’ di pazienza e un po’
di fortuna, anche quest’uggia è facilmente
superabile perché alla pioggia subentra subito
uno splendido sole e temperature miti che riportano il
buon umore.
Per il mare vale lo stesso discorso. Fermo restando che,
a discapito di ciò che si dice, il golfo di Tomini
è caratterizzato da un mare turbolento (prova ne
sono i naufragi degli anni passati; anche la barca che
partì da Kadidiri per Gorontalo nell’estate
del 2001 fu costretta a tornare indietro perché
s’imbatté in una tromba d’aria,
provocando il panico nei viaggiatori, ma anche il loro
attonito stupore per la sua spettacolarità), il
periodo migliore per le traversate è la nostra
estate.
Nelle baie riparate delle isole si può fare il
bagno e praticare lo snorkelling
con il massimo piacere in luglio/agosto; l’acqua
è calma e accogliente e i fondali sono un’esplosione
di colori da togliere il fiato. Per le immersioni subacquee,
un po’ più al largo, dipende invece molto
dalle giornate e dal vento che provoca onde di una certa
entità.
Salute.
Consigliata la vaccinazione antitifica, da fare almeno
15 giorni prima della partenza. Consiste in tre compresse
da prendere a giorni alterni e offre un’efficace
copertura per un periodo non inferiore a due anni. La
malaria, nella sua forma meno perniciosa, è presente
nel Nord Sulawesi e alle isole Togian; durante la stagione
che corrisponde alla nostra estate, periodo secco, ci
sono pochissime zanzare. L’ufficio delle ASL “Vaccinazioni
per Viaggi Internazionali” fornisce informazioni
e consigli aggiornati sulla situazione igienico-sanitaria
di ogni paese. Infine è consigliato un Kit
di Pronto Soccorso utile in ogni occasione, in particolare
nella remota Sulawesi.
Per dettagliate informazioni pratiche su salute e altro
il migliore strumento è la Lonely Planet, la guida
del viaggiatore.
Attività. Ci sono alcuni insediamenti
permanenti di Bajau alle isole Togian.
I Bajau, o zingari di mare (Sea Gypsies) sono un popolo
nomade dedito alla pesca di perle e di oloturie, cetrioli
di mare; vivono in capanne a palafitta ed esercitano la
loro attività di pescatori con lunghe e sottili
canoe; non è raro imbattersi in queste imbarcazioni
guidate dai bambini, poiché la loro grande abilità
di navigazione è tramandata fin dalla più
tenera età.
Alla pratica della pesca in apnea per i Sea Gypsies,
corrisponde un’altrettanto affascinante attività
di snorkelling per i turisti che giungono su queste isole.
Pulau Kadidiri è senz’altro il top dal punto
di vista della barriera corallina. A pochi metri dalla
spiaggia si può godere di un meraviglioso fondale,
con un tappeto di corallo intatto e multicolore, che offre
l’habitat a diverse specie di pesci, un vero paradiso
per gli amanti della macrofotografia. Pesci angelo dalle
foglie (Leafing Angel Fish), seppie, pesci ago, stelle
marine, aragoste e, a volte, cavallucci marini si rincorrono
in questo acquario cristallino in soli 2/3 metri d’acqua.
Con la barca si raggiunge in pochi minuti Pulau Taipi,
una piccola deliziosa isola circondata da reef; è
il regno dei pesci napoleone dal bernoccolo (Bumphead
Napoleon Fish), maestosi e marziali con la loro livrea
verde militare, ma
anche di crostacei coloratissimi, simili alle nostre canocchie.
L’immersione subacquea a “The Gap” (25
USD con l’equipaggiamento) conferma la presenza
di una barriera corallina viva e coloratissima (sembra
che i coralli delle Togian non siano stati interessati
dall’imbiancamento prodotto dal rialzo della temperatura
dei mari a seguito del fenomeno di
El Nino) a venti metri di profondità, grazie
anche ad una buona visibilità.
Ma è dalla barca che arriva la sorpresa maggiore.
I delfini appaiono curiosi e numerosi e tra questi qualcosa
di difficile identificazione: il dorso di un Black Marlin
che emerge a pochi metri dagli attoniti subacquei con
la sua splendida e frastagliata pinna dorsale. Allora
il tempismo e la velocità sono tutto: ci si butta
in acqua con pinne e maschera per ammirare la sagoma rilucente
e scattante di questo splendido pesce tanto affascinante
quanto raro. Anche la terra nasconde rarità preziosissime.
Pulau Kadidiri offre l’habitat al Coconut Crab,
il granchio del cocco, il più grande artropode
del mondo (l’altro posto dove vive è la Polinesia).
E’ una meraviglia della natura con le sue enormi
chele blu-azzurre e il giallo –arancio del torace.
Leminuscole e numerosissime uova rossastre sono attaccate
all’addome blu scuro e ci fanno ben sperare nella
rapida e abbondante riproduzione di un animale a rischio
di estinzione, ora protetto a Pulau Kadidiri.
Dove dormire.
A Pulau
Kadidiri esistono diversi resort di bungalow di legno.
Il Black
Marlin Lodge si affaccia su una piccola incantevole
insenatura, di straordinaria bellezza naturale. I bungalow,
alcuni dei quali nuovi di zecca, sono piccoli ed essenziali,
ma deliziosi e godono di un panorama mozzafiato da contemplare
dalla piccola veranda. Circondati da enormi palme da cocco
e costruiti a ridosso della piccola spiaggia, costano
veramente pochissimo 85000/110000 rupie ( circa 7/10 €
) pensione completa (il cibo non è eccezionale,
ma questo vale un po’ per tutta Sulawesi a meno
che non si sia amanti del piccante senza riserve!). La
zona centrale del resort (dove si mangia e dove è
collocata la reception) è anch’essa molto
curata ed estremamente confortevole, con grandi panche
di legno e cuscini dappertutto. Un posto delizioso dove
le sere trascorrono nell’incontro di viaggiatori
che si scambiano i loro racconti e le loro informazioni,
fino l’ora in cui viene spenta la luce erogata attraverso
un generatore di corrente elettrica. Nel 2001 non c’era
neanche l’acqua corrente e la doccia veniva effettuata
col classico metodo indonesiano, il mandi, un grande contenitore
pieno d’acqua da cui attingere con un piccolo catino
di plastica usato per buttarsi l’acqua addosso.
E’ sufficiente esporlo al sole per avere una piacevole
doccia calda all’ora del tramonto. Molto divertente!
Posto intimo e accogliente, di cui ci si affeziona, degna
ricompensa di un viaggio così lungo e difficile,
che pochi prodi viaggiatori hanno l’ardire e il
coraggio di affrontare!