In
un angolo del pianeta dove vige uno stile di vita di nomadismo e di antiche
tradizioni africane, dove le infrastrutture consistono in polverose piste di
sabbia e croste taglienti di sale rappreso dalle venature acquamarina, esplode
un mondo parallelo fatto di corsie preferenziali ed elevati tempi di percorrenza,
attraversate da creature dal design carenato, dalle prestazioni di velocità
e leggerezza degne dei più tecnologici standard d'avanguardia. E' l'autostrada
degli squali balena.
Nel piccolo stato di Djibouti, nel Corno d'Africa, i giganti buoni del mare
raggiungono il Golfo di Tadjourah da ottobre a gennaio. Si riuniscono in massa,
come al raduno di un rally subacqueo. Percorrono veloci queste acque nei due
sensi di marcia, incuranti degli ostacoli. Emergono dai fondali, in direzione
della superficie, e ne ridiscendono nei tratti delimitati dalla segnaletica
di fondo sdrucciolevole. Si affollano in gruppi di cinque alla volta, nelle
aree di sosta. Tutti in circolo, in una pausa per rifocillarsi, spalancano le
loro impressionanti bocche, ritmicamente, a filtrare il plancton catarifrangente.
E' una giostra, uno spettacolo magnifico ed aulico. E' una favola che desta
meraviglia, in una terra arsa e salata, dove i geodi e le druse, dai luminescenti
riflessi del cristallo, evocano esotiche fantasticherie di principi e principesse.
Allo stesso modo, quando i raggi del sole inondano il mare e attraggono il plancton
rilucente in superficie, il tripudio dei riflessi si rifrange nell'acqua color
turchese e attira gli squali balena, che abbandonano l'oscurità degli
abissi, in un'apparizione che sa di incantesimo. Salgono a adombrare il sole
in silhouette e scendono dall'alto a risplendere di luce riflessa.
A quei temerari, impavidi ed incoscienti che cavalcano a tutta velocità
le onde disordinate da un vento sferzante, incuranti delle condizioni a volte
estreme della natura indomita, si offre uno spettacolo unico e sublime. Scrutano
la superficie in una concentrazione di sensi e mente che sospende il cadenzato
ritmo delle ordinarie abitudini. Fiato, nervi e muscoli tesi, pronti a scattare
al minimo segno di identificazione. E il tuffo in acqua é immemore dei
buoni consigli e del pregresso insegnamento alla cautela. Si nuota ad una velocità
forsennata, che nessuno sospettava di poter raggiungere, all'inseguimento dei
giganti del mare. E' come una corsa per la sopravvivenza, l'unica e ultima occasione
di partecipare ad una gara di resistenza, dalle elevate prestazioni di agilità
e potenza. E' un privilegio raro e bisogna esserne all'altezza.
Il movimento apparentemente lento ed incurante dei più grandi squali
della specie, inganna. La propulsione impressa dal movimento sinuoso della coda,
li lancia in un nuoto ampio e insospettatamente rapido. Non c'é allenamento
che tenga. Sono solo la forza di volontà e la forza della disperazione
ad imprimere slancio agli apneisti che aspirano ad un incontro ravvicinato che
ha dell'incredibile. Il battito accelerato del cuore, teso nello sforzo estremo,
si sintonizza ritmicamente con il respiro. Fiatone, iperventilazione, come in
una corsa per il primato. L'obiettivo é quello di raggiungere frontalmente
lo squalo, per immortalarne la bocca spalancata, che filtra nutrimento. La macchina
fotografica non ha tempo per impostare troppi programmi, per cercare l'inquadratura
perfetta. Scatta, scatta in sequenza senza soluzione di continuità. Fissa
nella memoria digitale centinaia di fotogrammi, foto inconsapevoli, che congelano
attimi di insperate angolature. Ruba immagini di frenesia delirante, di incidenti
esilaranti. Ci si ritrova, così, a fissare per sempre l'immagine di uno
snorkelista che, risalendo da un'apnea, per puro caso sbatte maldestramente
la testa sotto il muso di uno squalo balena per niente sconcertato. E si scopre
di aver ripreso la scena tragicomica in cui un altro esemplare, che s'immerge
dalla superficie, prende a codate, senza tanti complimenti, una subacquea attonita
che si frappone scompostamente alla sua traiettoria. Roba da pazzi!
Roba preziosa, solo per gli instancabili, i tenaci e i motivati. Questi ardimentosi
salgono e scendono dal gommone un numero imprecisato di volte, incuranti dello
scorrere del tempo. Tutti i bisogni primari svaniscono, congelati da un livello
tale di adrenalina da bloccare lo stimolo della fame, della sete, della stanchezza.
Si superano i limiti umani per diventare creature marine.
E quando ci si ritrova nel bel mezzo del traffico intenti a fotografare il quarantesimo
esemplare della settimana, non ci si accorge di essere contromano se non nell'attimo
in cui si sbatte violentemente contro qualcosa. E' uno squalo balena che procede
dalla direzione opposta e che, per evitare il frontale, sposta l'intruso con
una botta pari alla sua mole di dieci tonnellate, incurante di possibili traumi
e contusioni che ne possano derivare per il malcapitato, e senza sterzare di
un centimetro. In fondo lui é nel corretto senso di marcia, e sono gli
altri che hanno invaso la sua corsia!
Granchi rossi dall'aria minacciosa e a chele spiegate, guadagnano la superficie
come a scoraggiare qualsiasi iniziativa d'avvicinamento ai grandi filtratori.
O forse li precedono, annunciandoli. Vanno schivati e neutralizzati, anche a
costo di prenderli a bracciate vigorose. Il cammino verso la meta agognata é
disseminato di ostacoli e di pericoli. Ma nulla può distogliere l'attenzione
dall'obiettivo. Che si trasforma magicamente in doppia meraviglia...
Come rarissimamente accade, alcuni delfini tursiopi irrompono sulla pista, sfrecciano
da tutti i lati, veloci, inafferrabili, ineffabili. Giocano a nascondino con
gli squali balena che, impassibili, sembrano apprezzare la schermaglia sbarazzina.
I loro stridii si propagano nell'acqua come note acute, come suoni di clacson,
per farsi strada nell'ingorgo ed effettuare sorpassi rocamboleschi. E' l'ora
di punta e la maggior parte dei corridori del mare, che sfrecciano ad alta velocità,
sono a due cavalli propulsori. Sono maschi adolescenti di Rhincodon Typus, forniti
di due pterigopodi, o, per meglio dire, di due organi sessuali. Li mettono spudoratamente
in mostra, per attrarre le femmine della specie animale e far arrossire quelle
della specie umana! Questi giovani virili ed impudichi non raggiungono una lunghezza
superiore agli otto - nove metri (gli esemplari adulti della specie possono
arrivare a diciotto metri!), ma appaiono maestosi e imponenti, veri e propri
cingolati del mare.
L'ultimo snorkeling della settimana regala una delle più intense emozioni.
Come se non bastasse tutto quello che ha elargito generosamente nei giorni precedenti,
il mare di Djibouti si accomiata dai suoi estimatori inviando il suo più
prestigioso rappresentante, il più grande, il più bello di tutti.
Uno squalo balena circondato da decine di pesci pilota che lo scortano e lo
solleticano sotto il mento. Sta lì, per interminabili minuti, risale
e si avvicina, protettivo e vanitoso, per farsi riprendere, fotografare, ammirare
da tutte le angolature.
Nell'autostrada degli squali balena il tempo si ferma, sospeso. E la girandola
delle emozioni gira vorticosamente, fino a far perdere ogni cognizione delle
abitudini e dei ritmi ordinari. Questo mondo straordinario, lontano anni luce
dalle nostre ingessate consuetudini prive di fantasia e di coraggio, dona sentimenti
intrattabili come la passione, e arricchisce l'anima di un'esperienza indelebile.
Un'esperienza unica, degna di pochi eletti.