|
|
::Estate
2013:: |
|
Savusavu
Il paradiso nascosto delle Fiji |
Città senza tempo, atmosfera rilassata e informale, pacifica e sorridente. Ecco il biglietto da visita di Savusavu, località della costa sud di Vanua Levu, la seconda isola delle Fiji per estensione. Circondata da una rigogliosa foresta, dove le manguste divoratrici di serpenti colonizzano il sottobosco, la stradina s'inerpica sulle colline e corre parallela al mare dei due versanti. Da un lato la baia spettacolare, porto d'ingresso e d'ancoraggio degli yacht, dall'altro via d'accesso agli splendidi siti di snorkeling e diving. Dalle spiagge assolate e deserte, dove si è da soli a godersi la più gradevole temperatura dell'inverno fijiano, e dalle insenature rocciose appartate si scivola in acqua con maschera e boccaglio. A pochi metri da riva una tartaruga si riposa pigramente sul basso fondale, seppie in gruppo nuotano a ritroso e squali pinna bianca di barriera si arrampicano sulle formazioni coralline contro corrente. I rari automobilisti e i verdi autobus di linea sono gli unici frequentatori della strada. E' una fortuna incrociarne uno per farsi dare un passaggio in città! Il centro è vivace, con il grande mercato pieno di frutta e verdura, di spezie e radici di cassava, yaqona e taro. Costa tutto talmente poco che si rimane a bocca aperta per la sorpresa. I prodotti sono esposti in cestini di paglia e per cinquanta centesimi di dollaro fijiano si porta a casa tutto il contenuto. E sono sufficienti due dollari fijani, meno di un euro, per acquistare un pesce fresco del peso di un chilo abbondante! L'atmosfera è gioviale, le signore ridono e si divertono, si mettono in posa alla richiesta di una foto. Tutti si danno da fare per soddisfare le richieste, come in farmacia, dove un professionalissimo dottore cerca un medicinale studiando online le caratteristiche del principio attivo, o il ragazzo che sa esattamente che la ricarica telefonica è per le chiamate overseas. Perché Savusavu non è un posto molto turistico. E' rimasto come trent'anni fa, centro di produzione e lavorazione della copra, nel suo intatto spirito tradizionale. Gli uomini ancora oggi coprono le spalle secondo l'etichetta e le donne vestono con i sarong sotto le ginocchia. Tutto è scritto a mano, dai prodotti acquistati al negozio ai documenti esibiti nel piccolo aeroporto al check in. Quest'atmosfera pacifica e incontaminata è una delle ragioni che ha indotto un buon numero di cittadini provenienti dall'America, dall'Australia e dalla Nuova Zelanda a trasferirsi qui, acquistando gli appezzamenti di terra che i proprietari nativi hanno messo in vendita e creando una piccola comunità di expat che si gode serenamente la pensione e le vacanze.
Fortunatamente qualcuno ha anche pensato di aprire un diving center, per esplorare alcuni tra i siti d'immersione più belli di Vanua Levu. Il tuffo nel blu a Dreamhouse, a venti minuti di barca dalla costa, è da batticuore! Nell'assenza assoluta di punti di riferimento, lontani dal reef e da ogni altra formazione corallina, si aspetta con gli occhi puntati agli abissi marini. E' un esercizio di pazienza, un incrollabile atto di fede e la tenacia viene sempre premiata! All'improvviso un gruppo di venticinque esemplari di squali martello smerlati irrompe sulla scena, alla profondità di cinquanta metri. Le chiare sagome flessuose contrastano con il blu profondo del mare, il nuoto agile e veloce a zig zag ipnotizza i subacquei che si spingono in basso in avvicinamento, senza esagerare per non indurre gli squali alla fuga. Timido e curioso al tempo stesso, uno di loro accenna a salire, mostra la stravagante testa bitorzoluta, che ne fa l'esemplare più bello della specie, e poi si riunisce al gruppo che appare e scompare per tre volte, ora da un lato ora dall'altro. Ancora storditi come al risveglio da una visione onirica, si torna indietro in mezzo a spirali di barracuda, remore e squali pinna bianca che nuotano a ridosso del reef. Una tartaruga tenuta in cattività per essere curata, viene liberata e rilasciata in mare dalla barca, in un rito di salvazione dell'ecosistema marino e dei suoi abitanti.
L'ultimo sguardo dall'alto della collina è al tramonto sulla baia, quando le luci si fanno metalliche e si riverberano sull'acqua color petrolio. L'ultimo sguardo dall'alto del Twin Otter a sedici posti della Pacific Sun è alle strisce verdi azzurre del mare che s'infrange sulla barriera corallina. Gli occhi rimangono incollati all'oblò per imprimere nella memoria la bellezza di questo paradiso nascosto dell'arcipelago delle Fiji.