Materiali da Yemen


::Luglio 2010::

Yemen

Crociera Isole Kamaran & Zubayr - Dove il Mar Rosso si tinge di rosa

Update: Settembre 2011, vista la situazione di instabilità politica del paese, prima di intraprendere qualsiasi viaggio, si consiglia di consultare i vari siti di informazione internazionali. www.viaggiaresicuri.it

Il porto di Al Salif, sul versante ovest della costa yemenita. Rumore di carrucole in azione. Scaricano grossi container di cereali e caricano sale sulle navi cargo. Arrivano i rappresentanti governativi per l'espletamento delle pratiche di autorizzazione all'imbarco. Hanno tutti le guance gonfie, masticano qat e sembrano non avere fretta. Cerimoniali di saluti rituali fanno parte integrante di un codice convenzionale non scritto, di riconoscimento e rispetto dell'autorità. Il vento torrido proveniente dal deserto provoca sudore ed arsura. La barca da crociera é ormeggiata al largo. Il capitano si appresta alla difficile manovra di avvicinamento alla banchina. Mentre il sole inonda la superficie del mare di riflessi dorati e il cielo s'incendia di un rosso infuocato, la goletta a tre alberi appare in tutto il suo splendore, nel riverbero iridescente del tramonto. Si sale a bordo e si salpa alla volta di un Mar Rosso inedito e sconosciuto.
Chi poteva sapere che a poca distanza dalle coste occidentali dello Yemen, di fronte a Gibuti e all'Eritrea, esistessero degli arcipelaghi che si stagliano dal blu del mare in completa solitudine? Le isole Kamaran appaiono all'orizzonte in tutta la loro selvaggia imponenza. Sono faraglioni di corallo emersi dal mare a seguito della deriva dei continenti. Uqban é l'ininterrotta sequenza di rocce frastagliate dalle sfumature rosa, lambite da acque turchesi. Spiagge di sabbia candida colonizzate dalle sule e dai pellicani, che imbiancano di guano gli scogli impervi, ne orlano le pendici. L'isolamento diventa sinonimo di incontaminato, di esclusivo. Un'unica imbarcazione solca queste acque e si guadagna il diritto a godere di un tale paradiso. Solo i daw, i sambuchi dei pescatori, ne condividono la navigazione, ma per scopi ben diversi dal semplice godimento dell'esplorazione e della scoperta, prerogative dei viaggiatori. A causa della totale assenza di regolamentazione della zona, non tutelata da alcun istituto di area protetta, la pesca indiscriminata sta provocando l'impoverimento dei fondali e la diminuzione di specie ittiche, alcune delle quali già a rischio di estinzione. Squali e cernie giganti stanno piano piano scomparendo. La richiesta ufficiale di istituire le isole come Parco Marino Protetto, attende ora un'auspicabile risposta positiva da parte del governo yemenita, a garanzia di conservazione di uno dei suoi gioielli naturalistici. Minacciati, oltre tutto, da un nemico naturale che da qualche anno insidia il reef corallino, la stella corona di spine. L'Acanthaster planci si nutre dei polipi dei coralli, distruggendoli.
A dispetto di tanti nemici, comunque, questo incantato mondo sottomarino si difende egregiamente. Tanto da regalare agli impavidi naviganti la più entusiasmante quanto inaspettata sorpresa della crociera. All'alba del primo giorno, l'ordinata sequenza dei flutti della superficie del mare viene sovvertita da moti turbolenti...soffi in lontananza preannunciano la presenza di cetacei! Con il gommone a gran velocità, ci si avvicina curiosi e trepidanti, nella speranza di riuscire a vedere da vicino questi splendidi animali. Balene! Numerose, birichine, giocose. Si lanciano in aria, appaiono e scompaiono come in un nascondino dispettoso. Magnifiche e generose, l'unico interrogativo senza risposta riguarda la specie cui appartengono. Probabilmente balene grigie o pilota, che, stagionalmente, tornano in queste acque nel mese di agosto e che, in questa circostanza, hanno anticipato di un mese la loro apparizione, a rendere felici i presenti baciati dalla fortuna. Se il buongiorno si vede dal mattino, il resto della giornata non potrà essere da meno! E infatti le prime immersioni a Kutama preannunciano un crescendo di piccole e grandi meraviglie. A partire dalle tartarughe, che nuotano veloci a pelo d'acqua per poi rifugiarsi sotto le rocce del fondale marino, in compagnia di grosse razze marmoree e trigoni bianchi a macchie blu adagiati sul fondo sabbioso. Lo snorkeling scopre altre amenità dell'universo terracqueo: coralli molli e tridacne, grotte ed archi semi sommersi, attraverso cui si raggiungono nascosti jetty per furtivi incontri honey moon!
Un'improvvisa tempesta di vento costringe il capitano e la ciurma della barca a complesse e abili manovre per spostarsi in una baia più riparata. Purtroppo i meno attrezzati sambuchi saranno travolti e non tutti i pescatori riusciranno a salvarsi. E' la dura e implacabile legge del mare.
Si riprende la navigazione. I delfini affiancano la carena del veliero, in un'impari gara di velocità tra l'uomo e la natura che, dopo quattro ore, si rappresenta in un altro strabiliante ecosistema: l'arcipelago di Zubayr. Composto di dieci isole di origine vulcanica, si staglia dal mare nella tipica colorazione antracite. I pendii montuosi sono solcati da strisce di lava condensata, così nette da far percepire chiaramente un'attività recente. A Jabaltair (da Jabal, montagna in lingua araba), infatti, l'ultima eruzione risale a solo due anni fa. Ci si ormeggia al riparo del panettone vulcanico di Haycook, sito adatto per un'immersione notturna. Aragoste fuori tana passeggiano spensierate sul fondale roccioso prima di essere investite dal fascio accecante delle torce dei subacquei, che le mettono in fuga. Grandi granchi colorati si spostano con le ampie e buffe falcate diagonali delle chele. Strane creature si palesano di notte, come i vermi bianchi distesi sui coralli e il plancton che luccica quando, spente le pile, l'acqua brilla di infinite particelle luminose.
E' la stagione planctonica e la visibilità ne risente, diminuendo sensibilmente già a medie profondità. Ma il plancton é nutrimento del mare per i grandi filtratori, che si presentano puntuali tutti gli anni in queste acque. Le immersioni a Quoin Rock, piccolo scoglio all'estremo Nord dell'arcipelago, chiamato anche Shark fin per la particolare forma che ricorda la pinna dorsale di uno squalo, sono le più eccitanti della crociera e foriere di incontri emozionanti. Gruppi di decine di mobule nuotano nella sospensione lattiginosa del mare aperto, squali nutrice, scampati alla mattanza, riposano sotto le rocce in profondità, regali aquile di mare puntinate guadagnano il reef con eleganti battiti d'ali e incrociano grandi barracuda in perlustrazione. Canyon e archi sommersi creano giochi di luce intermittenti, come in una pellicola dagli effetti speciali! E si replica a Maha's Rock, planando su morbidi tappeti di anemoni. Si allargano in enormi distese, ricoprendo il fondale di miriadi di polipi colorati. Anemoni bianchi, rossi, insoliti e rari. Branchi enormi di Platax, che si avvicinano curiosi, frontali e sfrontati; pesci chirurgo in grandi formazioni, che si spartiscono il territorio con i pesci grugnitori e le ombrine tropicali dalle brillanti tonalità di giallo. I fucilieri tingono d'azzurro il restante specchio d'acqua, che esplode in un tripudio cromatico variegato come in un arcobaleno sommerso. Un'anfora adagiata sul fondo pone l'interrogativo di un reperto archeologico. Forse rimarrà senza risposta e, forse, continuerà a giacere nel luogo che gli appartiene.
Dopo aver trascorso la notte ormeggiati nella caldera del vulcano di Low Island, nei cui anfratti si riproducono famiglie di aragoste (talmente numerose da offrire l'occasione per gustarne qualcuna!), si giunge all'ultima tappa di questa affascinante crociera: la spettacolare isola di Saba interamente ricoperta di magma rappreso. Il digradante slope sabbioso é colonizzato da centinaia di garden eels, che si rifugiano repentine nella rena al minimo sentore di avvicinamento. E' l'unico sito con brevi strati di termoclino, che non raffreddano di molto l'alta temperatura dell'acqua, trentadue gradi di media anche a grandi profondità. Murene con terrificanti bocche spalancate sbucano dagli anfratti rocciosi. E pensare che quell'espressione così minacciosa é semplicemente dovuta alla necessità di respirare! L'ultimo snorkeling, tra rocce laviche erose dai marosi, riserva piccole grandi sorprese. Pesci pappagallo dal bernoccolo, squaletti pinna nera e tartarughe stanziali condividono l'habitat incontaminato con gli uccelli marini, come gli splendidi aironi Golia. La scalata alla cima del vulcano scova i fenicotteri rosa che si nutrono dei granchietti dei laghi salmastri. La vista dall'alto é magnifica e ripaga della fatica sovrumana dell'arrampicata!
I sambuchi dei pescatori si avvicinano alla goletta dei turisti. Vendono pesce, qat, ma spesso chiedono acqua, medicine per malesseri che, altrimenti, non avrebbero la possibilità di curare. Il capitano del veliero é generoso e aiuta sempre come può. In un luogo del mondo così essenziale e vero, dove la natura é viva e autentica, esiste ancora il mutuo soccorso, la predisposizione per l'altro, con compassione e comprensione. Sono la carenza di mezzi, l'assenza del superfluo e i cicli naturali a riportarci ad una dimensione umana, che abbiamo perso da tempo. Anche questo é il Mar Rosso yemenita, con i suoi gioielli naturalistici, da salvaguardare e conservare gelosamente insieme ai suoi valori.

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