Il
porto di Al Salif, sul versante
ovest della costa yemenita. Rumore di carrucole
in azione. Scaricano grossi container di cereali
e caricano sale sulle navi cargo. Arrivano i rappresentanti
governativi per l'espletamento delle pratiche
di autorizzazione all'imbarco. Hanno tutti le
guance gonfie, masticano qat e
sembrano non avere fretta. Cerimoniali di saluti
rituali fanno parte integrante di un codice convenzionale
non scritto, di riconoscimento e rispetto dell'autorità.
Il vento torrido proveniente dal deserto provoca
sudore ed arsura. La barca da crociera é
ormeggiata al largo. Il capitano si appresta alla
difficile manovra di avvicinamento alla banchina.
Mentre il sole inonda la superficie del mare di
riflessi dorati e il cielo s'incendia di un rosso
infuocato, la goletta a tre alberi appare in tutto
il suo splendore, nel riverbero iridescente del
tramonto. Si sale a bordo e si salpa alla volta
di un Mar Rosso inedito e sconosciuto.
Chi poteva sapere che a poca distanza dalle coste
occidentali dello Yemen, di fronte a Gibuti e
all'Eritrea, esistessero degli arcipelaghi che
si stagliano dal blu del mare in completa solitudine?
Le isole Kamaran appaiono all'orizzonte
in tutta la loro selvaggia imponenza. Sono faraglioni
di corallo emersi dal mare a seguito della deriva
dei continenti. Uqban é
l'ininterrotta sequenza di rocce frastagliate
dalle sfumature rosa, lambite da acque turchesi.
Spiagge di sabbia candida colonizzate dalle sule
e dai pellicani, che imbiancano
di guano gli scogli impervi, ne orlano le pendici.
L'isolamento diventa sinonimo di incontaminato,
di esclusivo. Un'unica imbarcazione solca queste
acque e si guadagna il diritto a godere di un
tale paradiso. Solo i daw,
i sambuchi dei pescatori, ne condividono la navigazione,
ma per scopi ben diversi dal semplice godimento
dell'esplorazione e della scoperta, prerogative
dei viaggiatori. A causa della totale assenza
di regolamentazione della zona, non
tutelata
da alcun istituto di area protetta, la pesca indiscriminata
sta provocando l'impoverimento dei fondali e la
diminuzione di specie ittiche, alcune delle quali
già a rischio di estinzione. Squali e cernie
giganti stanno piano piano scomparendo. La richiesta
ufficiale di istituire le isole come Parco Marino
Protetto, attende ora un'auspicabile risposta
positiva da parte del governo yemenita, a garanzia
di conservazione di uno dei suoi gioielli naturalistici.
Minacciati, oltre tutto, da un nemico naturale
che da qualche anno insidia il reef corallino,
la stella corona di spine. L'Acanthaster
planci si nutre dei polipi dei coralli, distruggendoli.
A dispetto di tanti nemici, comunque, questo incantato
mondo sottomarino si difende egregiamente. Tanto
da regalare agli impavidi naviganti la più
entusiasmante quanto inaspettata sorpresa della
crociera. All'alba del primo giorno, l'ordinata
sequenza dei flutti della superficie del mare
viene sovvertita da moti turbolenti...soffi in
lontananza preannunciano la presenza di cetacei!
Con il gommone a gran velocità, ci si avvicina
curiosi e trepidanti, nella speranza di riuscire
a vedere da vicino questi splendidi animali. Balene!
Numerose, birichine, giocose. Si lanciano in aria,
appaiono e scompaiono come in un nascondino dispettoso.
Magnifiche e generose, l'unico interrogativo senza
risposta riguarda la specie cui appartengono.
Probabilmente balene grigie o pilota, che, stagionalmente,
tornano in queste acque nel mese di agosto e che,
in questa circostanza, hanno anticipato di un
mese la loro apparizione, a rendere felici i presenti
baciati dalla fortuna. Se il buongiorno si vede
dal mattino, il resto della giornata non potrà
essere da meno! E infatti le prime immersioni
a Kutama preannunciano un crescendo
di piccole e grandi meraviglie. A partire dalle
tartarughe, che nuotano veloci
a pelo d'acqua per poi rifugiarsi sotto le rocce
del fondale marino, in compagnia di grosse
razze marmoree e trigoni bianchi
a macchie blu adagiati sul fondo sabbioso.
Lo snorkeling scopre altre amenità dell'universo
terracqueo: coralli molli e tridacne, grotte ed
archi semi sommersi, attraverso cui si raggiungono
nascosti jetty per furtivi incontri honey
moon!
Un'improvvisa tempesta di vento costringe il capitano
e la ciurma della barca a complesse e abili manovre
per spostarsi in una baia più riparata.
Purtroppo i meno attrezzati sambuchi saranno travolti
e non tutti i pescatori riusciranno a salvarsi.
E' la dura e implacabile legge del mare.
Si riprende la navigazione. I delfini affiancano
la carena del veliero, in un'impari gara di velocità
tra l'uomo e la natura che, dopo quattro ore,
si rappresenta in un altro strabiliante ecosistema:
l'arcipelago di Zubayr. Composto
di dieci isole di origine vulcanica, si staglia
dal mare nella tipica colorazione antracite. I
pendii montuosi sono solcati da strisce di lava
condensata, così nette da far percepire
chiaramente un'attività recente. A Jabaltair
(da Jabal, montagna in lingua araba),
infatti, l'ultima eruzione risale a solo due anni
fa. Ci si ormeggia al riparo del
panettone vulcanico di Haycook,
sito adatto per un'immersione notturna. Aragoste
fuori tana passeggiano spensierate sul fondale
roccioso prima di essere investite
dal fascio accecante delle torce dei subacquei,
che le mettono in fuga. Grandi granchi colorati
si spostano con le ampie e buffe falcate diagonali
delle chele. Strane creature si palesano di notte,
come i vermi bianchi distesi
sui coralli e il plancton che luccica quando,
spente le pile, l'acqua brilla di infinite particelle
luminose.
E' la stagione planctonica e la visibilità
ne risente, diminuendo sensibilmente già
a medie profondità. Ma il plancton é
nutrimento del mare per i grandi filtratori, che
si presentano puntuali tutti gli anni in queste
acque. Le immersioni a Quoin Rock,
piccolo scoglio all'estremo Nord dell'arcipelago,
chiamato anche Shark fin per la particolare
forma che ricorda la pinna dorsale di uno squalo,
sono le più eccitanti della crociera e
foriere di incontri emozionanti. Gruppi di decine
di mobule nuotano nella sospensione
lattiginosa del mare aperto, squali nutrice,
scampati alla mattanza, riposano sotto le rocce
in profondità, regali aquile di
mare puntinate guadagnano il reef con
eleganti battiti d'ali e incrociano grandi
barracuda in perlustrazione. Canyon e
archi sommersi creano giochi di luce intermittenti,
come in una pellicola dagli effetti speciali!
E si replica a Maha's Rock, planando
su morbidi tappeti di anemoni.
Si allargano in enormi distese, ricoprendo il
fondale di miriadi di polipi colorati. Anemoni
bianchi, rossi, insoliti e rari. Branchi enormi
di Platax, che si avvicinano
curiosi, frontali e sfrontati; pesci chirurgo
in grandi formazioni, che si spartiscono il territorio
con i pesci grugnitori e le ombrine tropicali
dalle brillanti tonalità di giallo. I fucilieri tingono d'azzurro il restante
specchio d'acqua, che esplode in un tripudio cromatico
variegato come in un arcobaleno sommerso. Un'anfora
adagiata sul fondo pone l'interrogativo di un
reperto archeologico. Forse rimarrà senza
risposta e, forse, continuerà a giacere
nel luogo che gli appartiene.
Dopo aver trascorso la notte ormeggiati
nella caldera del vulcano di Low Island,
nei cui anfratti si riproducono famiglie di aragoste
(talmente numerose da offrire l'occasione per
gustarne qualcuna!), si giunge all'ultima tappa
di questa affascinante crociera: la spettacolare
isola di Saba interamente ricoperta
di magma rappreso. Il digradante slope sabbioso é colonizzato da centinaia di garden eels, che si rifugiano
repentine nella rena al minimo sentore di avvicinamento.
E' l'unico sito con brevi strati di termoclino,
che non
raffreddano
di molto l'alta temperatura dell'acqua, trentadue
gradi di media anche a grandi profondità. Murene con terrificanti bocche
spalancate sbucano dagli anfratti rocciosi. E
pensare che quell'espressione così minacciosa
é semplicemente dovuta alla necessità
di respirare! L'ultimo snorkeling, tra rocce laviche
erose dai marosi, riserva piccole grandi sorprese. Pesci pappagallo dal bernoccolo,
squaletti pinna nera e tartarughe
stanziali condividono l'habitat incontaminato
con gli uccelli marini, come gli splendidi aironi
Golia. La scalata alla cima del vulcano
scova i fenicotteri rosa che
si nutrono dei granchietti dei laghi salmastri.
La vista dall'alto é magnifica e ripaga
della fatica sovrumana dell'arrampicata!
I sambuchi dei pescatori si avvicinano alla goletta
dei turisti. Vendono pesce, qat, ma spesso chiedono
acqua, medicine per malesseri che, altrimenti,
non avrebbero la possibilità di curare.
Il capitano del veliero é generoso e aiuta
sempre come può. In un luogo del mondo
così essenziale e vero, dove la natura
é viva e autentica, esiste ancora il mutuo
soccorso, la predisposizione per l'altro, con
compassione e comprensione. Sono la carenza di
mezzi, l'assenza del superfluo e i cicli naturali
a riportarci ad una dimensione umana, che abbiamo
perso da tempo. Anche questo é il Mar Rosso
yemenita, con i suoi gioielli naturalistici, da
salvaguardare e conservare gelosamente insieme
ai suoi valori.