16
febbraio 1994 Il giorno dello sconforto.
L’arrivo a Madras, in Tamil Nadu, si accompagna con l’inevitabile
crisi di disadattamento.
Si lotta su vari fronti.
Contro il clima asfissiante, che mi fa diagnosticare arbitrariamente
una grave forma d’asma, malattia di cui non avevo mai sofferto
in vita mia.
Contro le zanzare impietose, ma questa non era la stagione secca?
Contro tassisti e intomellatori vari, appiccicosi, insistenti e
menzogneri, sui quali l’India non lesina, semmai ne omaggia
generosamente i turisti alla ricerca della tanto decantata spiritualità.
Ma non sarà che il valore spirituale si sia materializzato
e si calcoli proporzionalmente al valore del denaro?
17 febbraio 1994 Il giorno dell’indignazione.
Mi precipito all’agenzia viaggi che organizza i trasferimenti
per le isole Laccadive, eccitata all’idea di una settimana
in un mare cristallino e incontaminato.
Scopro che non essere indiana è una sfiga!
Una sola isola dell’arcipelago è permessa ai turisti
stranieri ed è, ovviamente, costosissima.
Ma come, ma perché?
Forse che gli indiani dell’India sono più “ecologici”,
amanti della natura, rispettosi dell’ambiente? Certo non è
esattamente questa l’impressione che si ha girando per il
paese, ma una cosa è certa: in una società divisa
in caste, il concetto è “non vogliamo essere contaminati”!
20 febbraio 1994 Il giorno della fascinazione.
Si registra uno strano e insinuante cambiamento.
Dopo il primo impatto col Kerala, sempre lo stesso, in una terra
che o si ama o si odia, ed io propendo per la seconda opzione, oggi
assorbo e filtro vibrazioni sensibilmente diverse.
Il massaggio mi ha profondamente turbata…
Dopo tanti disincanti e frustrazioni, decido di concedermi una pausa
e dedicare del tempo solo a me stessa.
Mi reco in una casa contrassegnata dall’insegna “Ayurvedic
Oil Massage”. Mi accoglie una signora, col tipico sari tradizionale,
che mi fa accomodare in una stanza avvolta dalla semioscurità.
Riesco a distinguere un letto e poco altro, mi tolgo i vestiti e
mi adagio, in attesa.
Un ragazzo indiano sulla ventina entra attraverso una tenda sottile
che funge da porta. Non ne distinguo bene le fattezze. E’
magro, alto, silenzioso. Si unge le mani, si avvicina e comincia
a percorrere la mia schiena con ampi e profondi massaggi.
E’ forte e volitivo.
La testa si stacca dal collo, la mente prende il volo, mi separo
dal mondo reale.
Mi invita, a gesti, a voltarmi dall’altro lato; l’imbarazzo
per non avere addosso il reggiseno mi riporta alla realtà,
ma lui non sembra farci caso, anzi il tocco delicato della sua mano
indugia proprio sul mio petto con gesti circolari, concentrici.
Scende lungo il ventre, torno nel mondo dei sogni, in uno stato
di semicatalessi, di dormiveglia, fino a quando, inaspettatamente,
il giovane “ayurveda” non infila le dita dentro le mie
mutande, muovendole in modo esperto e sfacciatamente indecente.
Una tentazione erotica diffusa si impadronisce di me.
Confusione e vergogna si confondono, ma anche questo fa parte del
massaggio?
Non oso aprire gli occhi, guardarlo in faccia, un rossore inevitabile
mi infuoca le guance.
Quando si appresta a sfilarmi lo slip, incurante del mio stato confusionale,
stringo le gambe e spalanco gli occhi.
Lui solleva lo sguardo, tranquillo, come se nulla fosse accaduto,
come se tutto fosse normale e prosegue in direzione degli arti inferiori.
25 febbraio 1994 Il giorno dell’illuminazione
Alla fine ho scoperto che quell’incursione fuori zona non
faceva parte del massaggio. Sono stata violata, ma non farò
nessuna denuncia perché ne sono stata scossa intimamente.
E’ questo che affascina chi va lì e viene rapito dall’atmosfera
di quel paese? Di sicuro questa è la mia esperienza “erotica”
con l’India. Forse ha a che vedere con la spiritualità,
o forse no….