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Riflessioni di un turista occidentale

Lo tsunami dei poveri

Quante vite avrebbero potuto salvarsi nel sud est asiatico?

- Il business del turismo, così solerte nella costruzione di resort e ristoranti, e il business imprenditoriale, così lanciato in attività commerciali che si avvalgono di manodopera a basso costo e senza diritti, non si sono mai preoccupati di investire in infrastrutture e sistemi di sicurezza per allertare le popolazioni in caso di calamità naturali. Gli stessi occidentali in vacanza si sarebbero salvati.
- I ripetuti casi di abusivismo edilizio selvaggio, denunciati anche dalla presidente dello Sri Lanka, spesso accompagnati dalla distruzione delle mangrovie, l'erosione delle spiagge e il danneggiamento delle barriere coralline, hanno reso ancora meno protette le coste e i villaggi dei pescatori e degli abitanti del luogo. Hanno lasciato in balia dell'onda anomala gli stessi turisti che raccoglievano conchiglie sulla battigia.

Quante vite si salveranno nel sud est asiatico?

- La catastrofe epocale che si è abbattuta sul sud est asiatico ha determinato la devastazione dell'economia di sussistenza di popoli che vivono principalmente di pesca e di agricoltura. Gli zingari del mare, sea gypsies, hanno perso le loro barche, i coltivatori hanno visto le loro terre inondate di acqua salata che inaridisce le colture.
- Come spesso accade nel mondo, le zone più a rischio di fenomeni naturali devastanti come terremoti, maremoti, monsoni e cicloni, sono abitate da coloro che non hanno altre opportunità di vita. A ridosso delle coste gli insediamenti di capanne, palafitte e misere abitazioni sono stati spazzati via dalla furia del mare, privando migliaia di persone di un posto dove vivere. La catastrofe dei poveri.

Riflessioni di fine anno di un turista occidentale.

- Spesso gli abitanti del nord del mondo visitano i paesi del sud del mondo sfruttandone la bellezza e i bassi costi. Spesso la logica consumistica della cultura occidentale crede di poter comprare tutto, cose e esseri umani.
Ci dimentichiamo troppo spesso che luoghi che ci hanno fatto sognare sono abitati da persone.
Non hanno bisogno di imprenditori che ritirano i loro investimenti, di marines americani inviati per dimostrare che l'occidente è magnanimo verso l'Islam, così come aveva fatto esportando la democrazia in Iraq e regalando a quel paese uno tsunami di bombe contro civili inermi.
Adesso hanno bisogno di noi, del nostro turismo responsabile che non sfrutta la prostituzione minorile, che rispetta le culture locali e l'ambiente.
Bisogna tornare in quei luoghi da sogno a trascorrervi le vacanze e a risollevare le sorti di paesi che hanno nel turismo consapevole una delle fonti primarie di sopravvivenza.

Paola Ottaviano


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