Stati Uniti
California - Nevada - Arizona
Appunti di viaggio
di Tarcisio di Nicola
::Aprile 2009::
Il mio viaggio (con altri due amici) è partito da San Francisco
dove, dopo tre giorni di visita alla città, abbiamo preso una
macchina a nolo e siamo partiti alla volta dello Yosemite National Park,
per poi attraversare la Valle della Morte, Las Vegas (in Nevada), il
Gran Canyon (in Arizona), il Joshua Tree Park e risalire la costa californiana
(saltando Los Angeles) per Venice, Santa Monica, Santa Barbara, Carmel
(dell’ ex sindaco Clint Eastwood), Monterey (la città di
J. Steinbeck) e di nuovo San Francisco e Berkeley (l’università dove
nacque la contestazione negli anni 60).
Un mito va subito sfatato: quello del caldo californiano.
Il sole è forte, è vero. Ma in quanto a temperatura se
andate in primavera non dimenticate un giacchetto pesante. A San Francisco
fa sempre fresco. Sulla costa spira la brezzetta del pacifico ed all’interno
spesso si sale di altitudine e la notte (specie se i riscaldamenti sono
spenti) bisogna coprirsi bene. A Flagstaff, in Arizona, ci siamo svegliati
in una tormenta di neve! E’ da tener presente quindi che le escursioni
termiche primaverili (giorno/notte, costa/interno, pianura/montagna)
sono notevoli.
Un’altra cosa importante da dire è che negli USA, da viaggiatori,
si può spendere davvero poco. Al cambio dollaro/euro, attualmente
favorevole, si aggiunge il fatto che, al contrario dell’Italia
dove chi si muove è perduto, l’ America è un paese
fatto per chi non rimane fermo. Le spese base del viaggiatore (mangiare,
dormire e girare in macchina) possono essere davvero ridotte al minimo.
La benzina costa la metà che da noi. Le highway non si pagano.
I motel per viaggiatori sono dappertutto ed a prezzi accessibilissimi
(se si viaggia almeno in tre anche 13/15 euro a persona e sempre con
standard minimi garantiti di efficienza e pulizia).
Infine si può mangiare in tutti i modi ed a tutti i prezzi.
QUALCHE SEGNO PARTICOLARE
Gli americani sono mediamente molto cortesi, rispettosi delle regole
e disponibili.
San Francisco è una città intrigante. Cosmopolita e libertaria
ha quartieri, ognuno con una specifica identità: l’italiano
riconoscibile dalle fascette tricolori sugli alberi dei suoi viali, il
cinese con tanto di porta d’ingresso a pagoda, l’omosessuale
tornato recentemente in auge con il film “Milk”, il “fricchettone” dove
gli anni 70 sembrano non essere mai passati, il finanziario che si spopola
dopo le sei di pomeriggio.
Peccato che la città (e soprattutto i quartieri di Soma e Tenderloin)
sia popolata all’inverosimile da homeless e sbandati vari. Ognuno
di essi se ne va in giro trascinando un carrello del supermercato che
racchiude tutta la sua vita. Una realtà non proprio bella che
pare sia il retaggio congiunto, da una parte, della ventata deviante
degli anni 70 che faceva di S. Francisco la meta di tutti i diversi,
dall’altra degli anni di liberismo Reaganiano che avrebbe drasticamente
sottratto fondi alle politiche di assistenza. C’è anche
da dire che tutta questa folla di poveri, alcolisti, tossici etc. sembra
dare quasi per scontata ed ineluttabile la propria condizione in modo
da non risultare particolarmente pericolosa. E’ come se le due
città (quella “regolare” e quella “perduta”) convivessero
da separati in casa ignorandosi a vicenda.
Una curiosità: se prendete il
tram può capitarvi di leggere
al suo interno indicazioni in lingua italiana, del tipo “aggrapparsi
agli appositi sostegni”, “uscita” o addirittura “vietato
sputare” (!) . Niente paura. Non è una allucinazione! Si
tratta di tram dismessi dalla città di Milano e donati alla città californiana.
Lo Yosemite National Park è senz’altro da vedere e, possibilmente,
passeggiare in trekking. Foreste, cascate e sequoya giganti ne fanno
uno spettacolo continuo. Può perfino capitare di vedere l’orso.
E non solo sulle foto!
La Valle della Morte è arida e desolata come ci si aspetterebbe.
E’ sempre consigliabile fare il pieno di benzina prima di attraversarla.
Lo stesso discorso vale per i parchi.
Las Vegas è la fiera del gioco e del kitch. Se a qualcuno piace…
Il Grand Canyon è davvero unico nel suo genere. In primavera (ma
solo se si è ben preparati fisicamente) si può arrivare
in trekking fino al Colorado river. Sono 1500 metri di dislivello in
discesa ed altrettanti in salita. Calcolate mediamente sette ore andata
e ritorno (più eventuale pausa giù al fiume). In estate
non è il caso. Il caldo, la sete e la fatica aumentano esponenzialmente.
Venice e Santa Monica (sulla costa di Los Angeles) valgono entrambe una
visita. Rappresentano due sfaccettature interessanti della vita americana.
Il tratto nord della costa californiana (per lo meno quello che abbiamo
fatto noi, da San Luis Obispo a San Francisco) è mozzafiato!
Da fare. Possibilmente da nord a sud in modo da potersi fermare facilmente
sul lato mare ogni volta che si vuole.
Anche Berkeley vale una visitina soprattutto per chi la ricorda come
la culla della contestazione e dell’ “I care” (contrapposto
al mussoliniano “me ne frego!”).
CONSIDERAZIONI E CONSIGLI UTILI
Nei motel americani un letto normale (in realtà twin bed) è quasi
matrimoniale. Molte camere (tutte con bagno) ne hanno due ed inoltre è possibile
ridurne proporzionalmente il prezzo all’aumentare degli occupanti
(per es.: per una persona sono 50 dollari, per due 60, per tre 65…)
Ergo:in quattro la convenienza è assoluta, anche
se un solo bagno può risultare scomodo. L’ ideale è viaggiare
in tre e prendere una camera “doppia” (cioè con due
twin bed).
Anche per l’affitto-macchina (a proposito: contrariamente a quanto
credevo molte sono le cose che si contrattano in America e l’affitto-macchina è una
di queste) tre può essere il numero perfetto. Infatti praticamente
non esistono station wagon. Ci sono o le normali berline (con bagagliaio
piccolo per quattro persone) o i SUV mega (che ovviamente costano di
più). In tre si può spendere relativamente poco, affittando
una normale berlina e senza avere problemi di spazio.
Per quanto riguarda la guida, occhio alle corsie sulle
highway! Lì non è possibile “andare
sempre dritto” (come sulle nostre autostrade) ed allertarsi solo
se bisogna uscire. Se siete sulla corsia di destra, ma non volete uscire,
prima o poi è la stessa strada a dividersi in due, costringendovi
ad una pirateria dell’ultimo momento. Morale: guardare la cartina
in anticipo e stare sempre sulla penultima corsia a destra. E’ quella
che (costi-benefici) permette di cavarsela meglio, anche in extremis.
Ricordare anche che, mentre si viaggia sulla corsia di sorpasso, può capitare
di vedersi superare sulla corsia di destra. Cosa che da noi (almeno in
teoria) non si può fare.
In ultimo un consiglio prezioso a chi non ha mai guidato col cambio
automatico (negli USA è l’unico): dimenticate di avere la
gamba sinistra! Immobilizzatela e tenetela appiccicata allo sportello.
E’ il modo migliore per non rischiare di inchiodare in frenata
convinti di pigiare sulla frizione.
La colazione americana, dolce o salata che sia, dopo un primo ordine
di caffè, prevede più (ri)aggiunte gratis nella tazza originaria.
Non male.
Chi non sopporta la colazione salata può comunque andare da Starbucks
(una catena onnipresente) per cose dolci e cappuccino.
Un buon compromesso tra dolce e salato sono i pancakes che, se ordinati
senza l’immancabile burro, sono un ottimo letto per lo sciroppo
di acero o la marmellata in vaschettine (jellis).
Il bacon americano è una squisitezza. Almeno una volta va provato.
Da ricordare: al ristorante gli americani non si siedono dove gli pare
(come usa da noi). E’ buona norma (e spesso indicazione scritta)
attendere le direttive del personale addetto.
Chi a pranzo e cena non vuol rinunciare a birra o vino deve fare attenzione
prima di entrare in un locale. Molti non servono né l’una
né l’altro. Che, peraltro, non possono essere consumati
per strada e (assurdo!) neanche stazionare nell’abitacolo della
macchina. Vanno messi nel bagagliaio.
E’ il puritanesimo americano, discretamente ipocrita. Per il quale
alcol, sesso e droga sono il diavolo in persona, ma le armi in vendita
al supermercato fanno parte del “sacro diritto a difendere se stessi
e la propria famiglia” (si rimanda ai film di M. Moore) .
Ricordate anche che molti ristoranti chiudono alle nove e mezza p.m.
La cucina cinese, ancor più che in Italia, costituisce un ottimo
rifugio/alternativa a quella locale. E sempre a prezzi super competitivi.
Comunque, se non volete ingrassare c’è un ottimo metodo.
Nei super mercati americani si vendono dei bicchieroni di plastica pieni
di ottima frutta a pezzi (papaya, mango, ananas, etc) e senza aggiunta
di zucchero. Possono essere un pranzo salutare e leggero, soprattutto
dopo una colazione salata e in attesa di una cena anticipata.
Se siete in macchina e vi ferma la polizia accostate e, senza scendere
né aprire il finestrino, poggiate le mani sul volante. E’ meglio.
Da quanto ho capito l’America è il paese delle libertà dove,
però, chi infrange le regole paga caro.
La carta di credito è usata come il pane. Forse troppo. Un buon
compromesso può essere portarla ed usarla solo per le spese maggiori
(nolo-macchina, hotel o altro) e andare sul contante per le spese quotidiane.
Attenzione: soprattutto il provincia non è facile cambiare euro.
Alcune banche chiedono (assurdamente) che si abbia presso di loro la
titolarità di un conto corrente. Cosa difficile per
un turista straniero…
In conclusione: dove si trova da cambiare (ottimi gli uffici “American
Express”) conviene farlo in cospicue quantità per non rischiare
di trovarsi nel bel mezzo della provincia americana senza contante.
In prossimità dei parchi nazionali tutto costa di più.
A cominciare dall’alloggio per finire con la benzina. Da tener
presente.
Per telefonare in Italia, assicurarsi che le schede prepagate in vendita
siano effettivamente buone per l’ Europa. Non tutte le internazionali
lo sono.
A San Francisco gli appassionati di musica non possono perdere una visita
ad Amoeba Music, un negozio eccellente (per varietà, qualità e
prezzi) alla fine di Height Hashbury street.
Sempre a San Francisco una cosa molto simpatica da fare è affittare
una bici (per un intero giorno) nei pressi di Fishermann’s Warf
ed attraversare tutto il Golden Gate fino a Sausalito. Volendo si può tornare
in traghetto. Se no, al ritorno, ci si può fermare a riposare
nei parchi di Presidio o Golden Gate park.
Tormentone mance: secondo le guide andrebbero date sempre e comunque
a tutti (calcolate il 10%). A mio parere, a parte che per camerieri e
tassisti (questi ultimi chissà perché..), non è sempre
obbligatoria. Quello che è certo è che molti dipendenti,
negli USA, hanno stipendi bassi, motivo per cui è divenuto costume
nazionale dar loro una mano, anche per poter premiare un buon servizio
e stigmatizzare uno cattivo.
Come si sa, mentre da noi il consumatore è una cavia, in America
il cliente ha (quasi) sempre ragione.
Lettura consigliata: “I racconti di S. Francisco” di
Armistread Maupin
Tdn maggio 2009
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